Da un punto di vista strategico furono compiute tre scelte: cambiare il nome in Facebook; aumentare progressivamente le opportunità relazionali ed espressive del servizio introducendo le applicazioni “gruppi”, “bacheca”, “foto”, “note” ed “eventi”; consentire l’accesso a tutti gli utenti di Internet di età superiore ai tredici anni.
Dopo aver raggiunto, a fine 2006, i dodici milioni di utenti, Facebook cominciò ad attirare l’interesse delle grandi società di comunicazione riuscendo ad ottenere da Microsoft 240 milioni di dollari nel 2007 (per l’acquisto di una quota dell’1, 6%) e 235 nel 2008 (con i quali finanziare lo sviluppo globale)» .
La decisione di rendere il proprio Social Network un ecosistema in grado di coprire a trecentosessanta gradi i bisogni dell’utente è alla base del successo di Facebook. In pratica, Facebook sta utilizzando nell’ambito del Social Network la stessa strategia utilizzata dai portali nell’era di Internet: diventare veri e propri “aggregatori” di informazioni e servizi.
«I risultati si vedono. A partire dalla metà del 2009 Facebook è diventato il Social Network più utilizzato al mondo, arrivando negli Stati Uniti a superare per pagine viste perfino Google, il re del Web. Inoltre, dal primo trimestre 2010 ha cominciato a produrre profitti, caso al momento unico nel settore dei Social Network» .
Per questo tornano celebrative, forse in certo senso anche un po’ fastidiose, in ogni caso intriganti le parole dell’ultimo libro uscito su Facebook:
«Il social networking si è esteso all’intero pianeta. Facebook è il più importante di questi network. È difficile trovare uno studente delle superiori o dell’università che non lo usi abitualmente. Questi sistemi sono diventati così onnipresenti nelle comunicazioni che molte persone di tutte le età non usano quasi più l’email.»
G. Riva, Op.cit., p. 84, p. 85.
D. Kirkpatrick, Op.cit., p. 74.