Narciso si colloca per Pietropolli Charmet “tra ebbrezza e debolezza”.

«Mi sembra quindi pertinente dare il nome di “narcisismo” all’insieme di fantasie, pensieri, comportamenti e valori che derivano dalla scoperta di come il sé sia molto importante, e di come non capirlo, assecondarlo e socializzarlo significherebbe tradire la propria vera missione e abbruttirsi nell’imitazione, travestirsi e vendersi.

Narcisismo è il termine che consente di contenere al proprio interno il maggior numero di componenti parziali di questo complesso fenomeno. Il nuovo adolescente può perciò prendere il nome di Narciso, perché ha bisogno di vedere riflessa la propria immagine nello specchio sociale, nel consenso del gruppo, nella valutazione dei docenti, nell’affetto della madre e del padre»[1].

 

 

[1] G. Pietropolli Charmet, Op.cit., p. 5-6.