Sui Social Network si può aderire a cause e gruppi di carattere politico e non.
L’avvento del Web 2.0 con la diffusione del fenomeno del blog e la nascita di esperienze di giornalismo partecipativo sembra stia promuovendo una trasformazione quantitativa e qualitativa della partecipazione on-line ed una maggiore integrazione con le pratiche off-line.
Lo sfumarsi del confine tra partecipazione e comunicazione, tra ciò che è politica e ciò che non lo è (per esempio tra partecipazione e svago/divertimento) è evidente in strumenti come YouTube, MySpace e Facebook, ossia spazi generici di social networking o rivolti ad uso prevalentemente di svago che si convertono in spazi utilizzabili per sviluppare discussioni di rilevanza politica.
Attraverso il fenomeno dei Social Network, Internet «sta diventando “uno spazio di micro sfere pubbliche auto-costituite che sono divenute una componente vitale sia dei media che della realtà politica” (Hayhtio, Rinne 2007, p. 34).
La Rete fornisce una piattaforma più utile e allettante per chi è già predisposto alla partecipazione attiva. I giovani hanno accesso a una quantità di informazioni enormemente superiore rispetto a qualsiasi periodo storico, possono raggiungere altre persone in maniera molto più efficace. “Bastano uno o due individui ambiziosi per fondare un’operazione di cronaca che può mettere enorme pressione sugli organi giornalistici tradizionali, offrire punti di vista alternativi e raggiungere un pubblico globale con un budget limitato” (Palfrey e Gasser 2009, p. 347)»[1].
I siti di Social Network possono aiutare nel coordinamento e nella mobilitazione di azioni sociali e nell’accrescerne la visibilità. Il Social Network offre, infatti, semplici ed economici modi di organizzare i membri, publicizzare meeting, diffondere informazioni e opinioni. Può essere usato per organizzare boicottaggi e proteste velocemente e in maniera efficiente. Internet offre ai giovani un modo nuovo di impegnarsi nelle questioni pubbliche che unisce la politica con la cultura, il senso civico, e la tecnologia.
Inoltre dà modo alla creatività dei nativi digitali di influenzare la politica.
Questo forma attiva, pro-attiva di influenzamento sociale, va positivamente nella direzione della partecipazione e dell’azione.
[1] M. Drusian – C. Riva (a cura di), Op. cit., p. 149-150.