INTRODUZIONE
Negli ultimi decenni si ha cominciato a parlare di tecnologie 4.0. In particolare, stiamo assistendo allo sviluppo del Web 4.0. La novità che lo distingue dai precedenti consiste nel suo utilizzo in ambito scientifico e lavorativo. Nel seguente articolo andremo ad approfondire l’ultimo aspetto, per cui parleremo di Industry 4.0. Il fenomeno è tutt’ora in fase di sviluppo per cui non è ancora stato impiegato in tutte le realtà aziendali del globo e, di conseguenza, è difficile vederne eventuali esiti positivi o negativi ad oggi.
ASPETTO COMUNICATIVO
Se per Web 4.0 si intende un web “intelligente”, capace di leggere i propri contenuti ed interagire con essi, e in grado di sviluppare un rapporto di simbiosi uomo-macchina, l’Industry 4.0 rappresenta l’integrazione di esso nei robot aziendali. Non si tratta di semplice automazione della macchina resa possibile grazie all’AI (Artificial Intelligence), ma consiste in un’interconnessione tra la fabbrica, i suoi lavoratori, la produzione dei prodotti e il consumatore. Ciò è dovuto dall’integrazione delle Smart Technologies (robot collaborativi, nuove interfacce uomo-macchina, stampa 3D) e Information Technologies (risorse cloud, sensori per il calcolo e la raccolta di informazioni, analisi industriale). Per questo motivo anche la figura del lavoratore cambia, poiché esso necessita di nuove conoscenze e competenze nella gestione dei software che connettono fra loro le macchine; può inoltre dedicarsi a lavori più dinamici e attivi e lasciare alle macchine attività manuali ripetitive, oppure attività intellettuali molto complesse che richiederebbero notevole tempo per essere svolte, riducendo così i costi e i tempi di produzione.
Si crede, per cui, che le aree in cui il lavoratore dovrà operare saranno: “a generic framework for intelligent manufacturing, data-driven intelligent manufacturing models, IMSs, human-machine collaboration, and the application of intelligent manufacturing.”(Ray Y. Zhong et al.)
Nonostante i vantaggi che l’Industria 4.0 sembri portare, non tutti sono d’accordo e soprattutto è troppo presto per trarre conclusioni a riguardo.
ASPETTO PSICOLOGICO
Poiché l’Industry 4.0 prevede un cambiamento del lavoro e del lavoratore stesso, necessariamente l’organizzazione all’interno dell’azienda si modifica. Ma cambiamenti organizzativi possono portare a un danno per la salute psico-fisica del lavoratore, specialmente se queste modificazioni aziendali vengono introdotte bruscamente dal datore pensando solamente al “profitto” finale che esse portano e non alle problematiche legate .
Infatti, c’è una stretta correlazione tra il benessere personale e quello aziendale. Se l’uomo non vive serenamente le proprie relazioni sociali, sia nella propria sfera personale sia, soprattutto, nel contesto lavorativo, conseguentemente il benessere aziendale cala. Ciò è dovuto all’ansia, allo stress, al senso di insoddisfazione e de-motivazione provati dal lavoratore a causa di relazioni inter-personali negative e da un clima organizzativo mal sano. Questi nuocciono alla salute emotivo-psicologica dell’individuo portandolo a lavorare meno efficientemente o addirittura ad assentarsi frequentemente dalla postazione di lavoro.
Per cui l’ambiente di lavoro e le relazioni al suo interno influiscono notevolmente sul rendimento dell’azienda.
ASPETTO EDUCATIVO
Al fine di prevenire rischi psicosociali di tale portata, la legge tutela la salute del lavoratore attraverso l’assistenza da parte del medico competente. Tuttavia, il suo intervento per lo più avviene in casi estremi, in cui è il datore che ritiene sia necessaria la sorveglianza sanitaria del personale. Questo, quindi, non sempre è sufficiente per garantire benessere psicologico e fisico all’individuo.
Alcune interviste hanno rilevato che il personale aziendale sente il bisogno di avere al proprio fianco una figura competente (per lo più lo psicologo), che operi per mantenere stabile la salute organizzativa e del lavoratore stesso.
Per cui una proposta educativa di prevenzione per tutta l’azienda potrebbe configurarsi in incontri di educativi-formativi volti a prevenire dinamiche negative all’interno delle reti relazionali. Già alcune realtà aziendali si affiancano dello psicologo del lavoro per valutare i propri processi organizzativi attraverso test, questionari, valutazioni e progetti, ma l’importanza di questa figura professionale non è ancora una consapevolezza diffusa.
Inoltre, dobbiamo ricordare che l’Industry 4.0 sarà il lavoro del futuro. Se i giovani non ne sono a conoscenza e non sanno a quale futuro si prospetta, le possibilità che un giorno sappiano affrontare praticamente e psicologicamente la realtà lavorativa circostante saranno basse.
Se da un lato la tecnologia è sempre più una quotidianità per i più giovani, non si può dire che chiunque abbia dimestichezza con una tecnologia così avanzata e legata ad un ambito (quello lavorativo del Web 4.0) lontano ai più piccoli.
Per cui, è importante che sia i lavoratori adulti, ma soprattutto i giovani, lavoratori del domani, abbiano la possibilità di acquisire le nuove competenze (soft skills) che saranno maggiormente richieste nel prossimo futuro. Sebbene sia difficile delineare con esattezza quali esse siano, ci sono tre competenze basilari che permetterebbero ad ogni individuo di essere più flessibile e pronto di fronte a cambiamenti e modificazioni delle modalità di lavoro, e non solo. Esse sono problem solving, pensiero critico e creatività.
Al fine di diffondere tali competenze tra i giovani, l’educazione svolge un ruolo fondamentale. Positivo sarebbe svolgere, all’interno delle scuole, attività in grado di mostrare le potenzialità e le possibilità che il digitale offre, capaci di educare ad un utilizzo intelligente della tecnologia e che soprattutto, rappresentino un’opportunità per i giovani di far emergere e sviluppare le proprie capacità.
CONCLUSIONI
È evidente che l’Industry 4.0 sia un cambiamento tecnologico ad ampia portata. Sebbene non si possano ancora definire strettamente positività e negatività conseguenti al fenomeno, sarebbe positivo per affrontare meglio il domani, diffondere nelle scuole competenze e cultura trasversali che integrino il digitale. Inoltre, per migliorare la qualità attuale e prossima del lavoro, è necessario introdurre all’interno dell’azienda lo psicologo del lavoro, una figura che tenga conto non solo delle dinamiche psicosociali, ma anche dei cambiamenti organizzativi e operativi del mondo lavorativo.