Introduzione
Le relazioni interpersonali attraverso i mezzi di comunicazione sono sempre più complesse e difficili da decifrare perché al loro interno si mescolano desideri privati e pubblici.
Si assiste oggi anche alla nascita di nuovi rapporti di coppia, mescolati tra reale e virtuale, lontani dal contatto fisico, dal calore umano, eppure ancora profondamente legati ad essi. Con l’avvento dei social media sono andati sempre più diffondendosi diversi siti in cui conoscere nuove persone, tra questi Omegle: un sito web di chat online che permette agli utenti di comunicare con estranei senza doversi registrare, con il totale anonimato. Il servizio accoppia casualmente gli utenti in una sessione di chat uno a uno nella quale vengono definiti come “You” (tu) e “Stranger” (estraneo).
Aspetto storico/sociologico
Il sito fu creato dal diciottenne Leif K-Brooks, e fu lanciato il 25 marzo 2008. Il logo contiene un’omega (Ω) ruotata di 45 gradi in senso antiorario. Venne poi nell’anno successivo introdotta la video conferenza in aggiunta alla chat scritta. Meno di un mese dopo il lancio, Omegle raggiunse circa le 150.000 visite al giorno.
Il maggior successo della chat è stato registrato negli Stati Uniti ma anche in Italia è un fenomeno conosciuto e di cui si è parlato e si parla tutt’ora molto.
I dati dell’Osservatorio Nazionale Adolescenza, raccolti su un campione di 11.500 adolescenti dagli 11 ai 19 anni su tutto il territorio nazionale, confermano quanto sia reale il pericolo dell’adescamento online. Più del 66% degli adolescenti tra i 14 e i 19 anni hanno chattato con degli sconosciuti, accettando anche di incontrarsi per un appuntamento dal vivo nel 45% dei casi. Per i più piccoli, tra gli 11 e i 13 anni, la percentuale si abbassa, ma resta comunque molto importante: 4 ragazzi su 10 hanno chattato con degli sconosciuti e il 32% ha incontrato una persona conosciuta online. Non senza sorprese: nel 6% dei casi, infatti, i ragazzi hanno trovato un’altra persona rispetto a quella con cui erano convinti di parlare, e nel 2% dei casi hanno trovato un adulto al posto del coetaneo con cui pensavano di aver chattato.
Aspetto psicologico/patologico
È un applicazione diffusa soprattutto tra gli adolescenti, che, data la disponibilità delle nuove tecnologie, vivono in maniera inedita la fase di scoperta della propria identità e, in particolare, della propria sessualità. Il fatto di essere nella solitudine della propria camera, li fa sentire protetti anche rispetto all’esplorazione del proprio corpo.
Di fatti con l’avvento della chat le pratiche del sexting e dell’adescamento sessuale online sono notevolmente aumentate allarmando i genitori.
La chat deve il suo successo alla mancanza di imbarazzo che potrebbe caratterizzare una situazione reale di intimità, nonché al totale anonimato che porta ad una sensazione di protezione. Tramite l’utilizzo si possono inoltre innescare fenomeni di cyber bullismo e situazioni di stress psicologico.
Aspetto educativo
È importante promuovere l’educazione alla sessualità, che non sia basata però esclusivamente sul piano meccanico-funzionale, ma anche in quello simbolico che negli ultimi anni viene spesso dimenticato. Al tempo stesso, è fondamentale trasmettere ai ragazzi un uso sano del web, far comprendere come in pochi istanti, si possano commettere azioni, errori, da cui non si può più tornare indietro. Risulta essenziale insegnare il concetto di privacy, imparare a rispettare la propria e quella degli altri. E’ sicuramente una sfida non facile, dal momento che l’adolescenza è l’età del mettersi in mostra, del partecipare, dell’essere presenti il più possibile. Ma la privacy è un concetto chiave del quale ognuno dev’essere pienamente consapevole.
Conclusioni
In un età, l’adolescenza, segnata da una profonda ricerca di sé stessi, i social network offrono ai ragazzi quella dimensione apparentemente sicura e protetta in cui potersi esporre senza temere il giudizio degli altri.
È in questo contesto che i “pericoli” del web prendono vita e sempre più forma, facendo credere di star offrendo quel riconoscimento di cui gli adolescenti hanno bisogno. Diventa quindi fondamentale che la generazione adulta si assuma le proprie responsabilità educative, presentandosi come saldo punto di riferimento. In quanto adulti, è importante saper gestire situazioni critiche e, al tempo stesso, mettersi in ascolto dei ragazzi, offrendo loro la possibilità di costruire dei valori interiori, che sappiano orientarli ad un agire riflessivo.