KILLFIE_limite e rischio come categorie da riscoprire

Introduzione

L’articolo vuole inizialmente fare un focus su cosa si definisca per killfie e, nonostante sia una dinamica drammaticamente problematica ed attale, provare a dare degli spunti rispetto i vari ambiti storico, sociologico, psicologico e psicopatologico. Successivamente si potrà delineare quali sono gli aspetti educativi che questa pratica richiede di approfondire con estrema urgenza e quali conclusioni trarne.

Killfie ( o kilfie o kiLfie) non è ancora entrata a far parte dell’Oxford Dictionary1 e oggi conta su Instagram, il più grande social network fotografico, circa 500 post2 e si compone di due parole: kill + selfie.

La definizione, apparentemene semplice nella traduzione di selfie che uccide, in realtà si complica di diverse sfaccettature; con killfie si possono intendere sia i selfie (sia in formato foto che video, rimandiamo al paper l’indagine sul doppio livello tecnologico) scattati prima di un incidente fatale, ma anche foto scattate con delle persone morte, foto che suggeriscono un’intenzionalita più o meno giocosa di uccisione e selfie con animali morti, spesso cacciati.

Aspetto storico/sociologico

Addentrandosi nell’aspetto storico possimo osservare che questo fenomeno sia emerso in maniera recentissima3 anche se le esperienze estreme e le gesta al limite son sempre state compiute e immortaleate in opgni epoca (si veda per esempio la tauromachia).

Si può osservare le statistiche che, seppur variegate, ci mettono in guardia: mentre alcuni dati – a nostro avviso imprecisi e forse volutamente allarmistici4  – riportano 170 morti all’anno, le ultime ricerche attestano che dal 2011 a febbraio 2018 le vittime dichiarate (dunque presumibilmente inferiori a quelle reali) di killfie sono 2645. Anche se il primato più triste è detenuto dall’India (che contava già nel 2016 76 decessi6), il problema riguarda tutto l’orbe terracqueo: dagli Stati Uniti alla Malesia, non risparmiando l’Europa, né tantomeno l’Italia7. L’allarme non termina qui: confrontando le 17 vittime del 2014 e le 50 del 2015 con i 94 del 2017, possiamo affermare che questo fenomeno è in aumento.

Sebbene sia arduo spiegare la classifica dei paesi in cui vi sono più decessi, in quanto i fattori in gioco sono innumerevoli (culturali, politici, economici…), è altresì possibile delineare un identikit delle vittime da autoscatto: innanzitutto, affidandoci alle statistiche, i soggetti più a rischio sono giovani: in media infatti non superano i 24 anni di età.

Adottando poi una prospettiva di genere, le cui spiegazioni potrebbero cadere facilmente nella retorica riguardante il maschile – accostato tradizionalmente all’avventura e alle gesta eroiche – e il femminile – (stereo)tipicamente vanitoso –, possiamo evincere che sebbene le donne scattino un numero maggiore di selfie, circa il 75% degli autori8 di killfie  è costituito da uomini.

Aspetto psicologico/patologico

Gli aspetti psicologici che possono essere valutati sono innumerevoli, potremmo infatti osservare come le categorie di rischio e di limite vengano annichilite in questa pratica e potremmo quindi interrogarci se, e in che misura, siano costituive del selfer estremo. Un altro filone di ricerca potrebbe essere quello legato alle neuroscienze – che tratteremo in sintesi anche se meriterebbe molto più spazio – che partendo dalle ricerche del premio Nobel Richard Thaler sottolinea come il pensiero che consideriamo razionale in realtà è legato a illusioni cognitive legate al contesto in cui operiamo9.

Un altro aspetto psicologico, che può avere dei risvolti patologici, è la dipendenza da endorfine, infatti le pratiche estreme comportano la produzione di questi ormoni e di altri come la serotonina e la dopamina che possono portare a vere e proprie problematiche cliniche.

Aspetto educativo e conclusioni

Non pretendo di esaurire in questo spazio un argomento così complesso, mi propongo  di dare alcuni spunti di riflessione; una pratica come quella del killfie ci porta ad interrogarci se come educatori siamo riusciti a cogliere la complessità e dinamicità del rischio e del limite. Si può infatti, a mio avviso, far risalire buona parte degli scatti mortali ad una presa di coscienza del limite superficiale, che non cosidera le azioni nel suo itinere e nelle conseguenze che possono provocare. Compito dell’educatore è, governando la complessità del mondo odeirno, trovare il linguaggio per poter tematizzare il rischio e sviluppare l’abilità della riflessività10.

Link utili e bibliografia

A seguiro inserisco una serie di link utili con dei video per capire la dinamica e la problematicità di questa pratica, (le immagini sono a tratti forti e sconsigliate ad un pubblico giovane benchè la fonte sia youtube e non violino la policy del social network)

https://www.youtube.com/watch?v=nQzVq9Pu3Ww

https://www.youtube.com/watch?v=waiTgRHCtPk

https://www.youtube.com/watch?v=Qy8y0Hpi9iM

Suggeriamo dei testi che possono aiutare a inquadrare meglio le dinamiche psicologiche ed educative legate al fenomeno:

 

BIBLIOGRAFIA

1  <https://en.oxforddictionaries.com/search?utf8=✓&filter=dictionary&query=killfie> 19/7/2018  h 11.04

2  <https://www.instagram.com/explore/tags/killfie/?hl=it>  19/7/2018  h 11.10

3 nel Giugno del 2010 Apple lancia l’iPhone 4 con due fotocamere, di cui una frontale, trasformando di fatto lo smartphone in uno specchio

<https://www.academia.edu/1614759/Autofotos_Subjetividades_y_Medios_Sociales> 21/5/2018  h 20.45

4 Per esempio cfr. <http://www.tgcom24.mediaset.it/mondo/ogni-anno-170-persone-muoiono-per-i-selfie-estremi-e-allarme-anche-in-italia_3111934-201702a.shtml; http://notizie.tiscali.it/cronaca/articoli/I-selfie-mortali-la-nuova-moda-pericolosa-primi-casi-in-Italia/.> 26/6/2018  h 21.19

5 Cfr. <www.neureka.it/blog/allegati/statistiche-morti-per-selfie.pdf> 18/5/2018  h 21.40

6 Cfr. <http://www.neureka.it/blog/selfie-warning-3-killfie-pericolo-di-morte/> 18/5/2018  h 22.05

7 Cfr. <http://www.rainews.it/dl/rainews/articoli/Le-8-categorie-di-selfie-che-possono-uccidre-127-morti-negli-ultimi-2-anni-killfie-algoritmo-4098af9e-5f18-4505-8769-47dce0c454a4.html.> 18/5/2018  h 18.29

8 Cfr. <http://www.corriere.it/tecnologia/cyber-cultura/cards/morire-un-selfie-studio-paesi-piu-incidenti-l-india-testa/moda-selfie-estremi_principale.shtml> 18/5/2018  h 11.12

9 Cfr. Richard THALER, Cass SUNSTIN, Nudge: La spinta gentile, tradotto da A. Olivieri, Feltrinelli, Milano, 2009

10 Cfr. Giovanni FASOLI, L’educatore riflessivo, tra on-line e off-line, Libreriauniversitaria, Roma, 2014