Introduzione
Le serie tv oggi hanno un successo enorme. I temi trattati sono infiniti, i personaggi sono costruiti in modo impeccabile e la loro storia e personalità viene sviluppata con il proseguire delle puntate.
Un nuova moda è il binge watching, cioè il guardare tutte le puntate di una serie nel minor tempo possibile. Questo è possibile grazie alle nuove piattaforme (come Netflix) che mettono a disposizione intere serie tv in blocco riducendo i tempi di attesa per la puntata successiva.
Aspetto storico/sociologico
La serialità nasce già nel 1800 con i romanzi a puntate pubblicati sui giornali o su fascicoli mensili.
Una grande novità ha luogo nel primo Novecento con l’avvento del cinema, ma la serialità raggiunge il suo apice con la televisione: negli anni Cinquanta viene trasmesso il primo telefilm d’autore (Alfred Hitchcock Presenta), costituito da una serie di puntate senza trama lineare, ma accomunate dal tema della criminalità.
Passando attraverso la passione per la fantascienza (anni ‘60), la diminuzione della censura e la ribalta del ruolo femminile (anni ‘70), negli anni ‘90 le serie tv iniziano ad avere una funzione comunicativa e sociale: mediante l’amplificazione dei fatti e delle emozioni vengono raccontati i turbamenti della popolazione, i drammi adolescenziali, i pregiudizi e i complotti politici.
In questo modo si giunge all’odierna serie tv, che tratta temi reali, concreti, che permettono l’immedesimazione col personaggio per le sue esperienze vissute e per i drammi che deve affrontare.
Aspetto psicologico/patologico
Nelle serie tv gli episodi terminano sempre con un colpo di scena. Questo sfrutta le reazioni naturali del cervello: l’istinto di sopravvivenza spinge a continuare la visione in modo da scoprire cosa succede dopo. Inoltre, la visone di serie tv emozionanti stimola la produzione di endorfine, proteine che inibiscono la stanchezza e provocano euforia e senso di benessere.
Questi meccanismi possono portare al binge watching e alla dipendenza, che, oltre ad avere delle conseguenze negative sul metabolismo (insonnia, aumento del rischio di trombosi, obesità, diabete), ne hanno anche a livello psichico: l’identificazione (per similitudine o aspirazione) con il personaggio può essere tale da portare ad un’adozione totale del suo carattere, o del linguaggio, perdendo un’identità propria.
Se da una parte l’identificazione ci permette di elaborare alcune emozioni della vita reale, dall’altra rischia di sfociare nel patologico quando l’adulto rifiuta la vita vera in cambio di una immaginaria. di conseguenza si rischia l’isolamento, la depressione per la fine di una serie, il senso di abbandono se un personaggio muore e problemi di comportamento se i personaggi prescelti veicolano valori e stili di vita negativi.
Aspetto educativo
«Conoscere il libro, la canzone, il film, e appunto la serie tv, preferiti di un adolescente è essenziale per cogliere la direzione del suo sguardo» (A. D’Avenia).
Guardare o conoscere le serie tv che guardano i figli può essere una grande opportunità per capire come si sentono e che periodo stanno vivendo. Inoltre, trattando temi forti/importanti potrebbe esserci anche l’occasione di un confronto e una discussione costruttiva proprio a partire dalla serie tv.
Per di più, analizzare le serie tv può aiutare a comprendere meglio il mondo che ci circonda, a conoscere altre personalità, altri stili di vita e altre psicologie, ad analizzare e processare drammi etici e civili.
Conclusioni
Come qualsiasi cosa, le serie tv non sono da demonizzare o da lodare a priori. Occorre fruirne con consapevolezza e in dosi adeguate. I genitori dovrebbero accompagnare i figli in questo labirinto di finzione e temi quotidiani per spiegare i suoi meccanismi e le sue tematiche e per evitare che il figlio venga coinvolto troppo o in modo sbagliato.