Un Amen per fede o per guadagno

Introduzione

I social network sono ormai diventati parte integrante delle nostre vite grazie anche alla possibilità di connettersi al proprio profilo in ogni momento attraverso smartphone e tablet; la diffusione di essi ha certamente contribuito a facilitare i rapporti anche tra persone lontane, a condividere interessi, ad entrare in contatto con chi non sentiamo da tempo. Tuttavia non mancano i rischi, un semplice errore infatti può comportare spiacevoli conseguenze. Utilizzando infatti Facebook non è difficile imbattersi di fronte ad una serie di post dalle caratteristiche toccanti, che presentano bambini sofferenti, disabili, persone in difficoltà in cui si invitano gli utenti a mostrare il proprio supporto commentando semplicemente con “Amen”.

Aspetto storico/sociologico

Da qualche anno ormai moltissimi gruppi e pagine Facebook postano sui social immagini toccanti con la richiesta di scrivere “Amen” o mettere un “mi piace” per mostrare la propria compassione, ma questa azione naturalmente non aiuterà le persone raffigurate nelle immagini, spesso rubate a persone all’oscuro di tutto, bensì servirà in primis ad aumentare il seguito alle pagine che postano, infatti la semplice azione di commentare o di mettere un mi piace farà acquisire al contenuto rilevanza agli occhi dell’algoritmo che governa in News Feed, il calcolo cioè che permette al post di comparire più spesso nelle bacheche anche degli amici acquistando così maggior visibilità e popolarità. Inoltre a causa di questi commenti si può incorrere in vere e proprie truffe dei propri dati personali, i quali potrebbero essere venduti a compagnie di marketing le quali inizieranno a mandare pubblicità e messaggi non richiesti.

Aspetto psicologico/patologico

Le pagine che pubblicano questo genere di post, per adescare più utenti possibile fanno leva sull’empatia delle persone, cavalcando l’onda dell’emotività cercando di sfruttare i buoni intenti degli utenti. Essi per mezzo di immagini toccanti puntano sulla debolezza delle persone, in particolare colpiscono la fascia degli adulti over 60, i quali, per la maggior parte poco avvezzi, dimostrano una sorta di “debolezza” a queste tematiche e si rendono così vulnerabili a truffe, oltre che complici involontari di un incremento di popolarità della pagina Facebook.

Aspetto educativo

Al fine di evitare spiacevoli truffe è necessaria una formazione che punti alla consapevolezza che per mezzo di commenti social non è possibile aiutare in alcun modo soggetti con problematiche fisiche, mentali o disagi vari. I mezzi di comunicazione, lo stesso Social dovrebbe, al fine di tutelare i propri iscritti, promuovere la diffusione di post e video di chiarimento e spiegazione, grazie ai quali si potrebbe anche fare una campagna di sensibilizzazione all’uso dei social e alla protezione dei propri dati e della propria privacy. Occorre trasmettere un uso consapevole dei social, conoscendone i rischi e le potenzialità per evitare di incorrere in spiacevoli conseguenze.

Conclusioni

In un’era in cui i social network sono alla portata di tutti, le truffe e i raggiri per interessi personali sono all’ordine del giorno. È fondamentale per chi si approccia a questo mondo conoscerne le potenzialità, ma soprattutto i rischi per evitare di incorrere di imbattersi in persone che sfruttano i buoni intenti della gente. Occorre informarsi sulle fonti, approfondire ciò che ci si appresta a commentare, conoscerne la provenienza e ricordare che un Amen non salverà delle vite, ma aiuterà qualcuno a riempirsi il portafoglio.