Hikikomori è un termine creato nel 1998 dallo psichiatra giapponese Tamaki Saito. In italiano si traduce con “stare in disparte” e si riferisce ai soggetti colpiti da una patologia che induce a chiudersi nella propria stanza e ad utilizzare costantemente tecnologie come computer, giochi online, dvd, tv o social network senza mai uscire all’ aria aperta. Questa particolare malattia è piuttosto diffusa in Giappone ma anche in Italia sempre più soggetti stanno iniziando ad avere comportamenti simili.
I soggetti più colpiti della patologia sono generalmente i maschi tra i 15 e i 39 anni solitamente figli unici, molto intelligenti, bravi a scuola, sensibili e introversi con famiglie spesso troppo protettive.
Un esempio della patologia è la storia di Kazuo, un uomo di 48 anni che ammette di «essere sempre stato timido» e di «non aver mai trovato facile la comunicazione frontale». Da 5 anni vive della pensione della madre quasi ottantenne, ogni giorno si sveglia alle 10 e va a letto alle 3 di notte. Kazuo occupa le sue giornate navigando in internet e guardando dvd. Un altro esempio di hikikomori è raccontato dal padre “Akio Kusano” nel giornale giapponese “Kyodo”. Suo figlio Koichi (ormai 42enne) passa le sue giornate ormai da 25 anni chiuso nella stanza davanti al computer.
[C., Ghezzo (05/10/2016), giornalista.“Reclusi per anni tra manga, computer e tv: ecco chi sono i nuovi eremiti del Giappone” La Stampa ]
Secondo Claudia Carotenuto [“Ragazzi chiusi in camera: ecco gli Hikikomori d’Italia” (24/06/2015)] Internet diventa per gli hikikomori un arma a doppio taglio: da un lato consente di fare esperienze che nella vita reale risulterebbero impossibili viste le caratteristiche dei soggetti che soffrono di questa patologia. Ma dall’altra parte il web si rivela un danno in quanto isola ancora di più le persone e fa crede a loro il contrario.
Il libro di C., Ricci (2008), “Hikikomori” descrive il fenomeno e in particolare si sofferma sul fatto che i giapponesi, secondo la loro cultura non approvano questa patologia: avere un figlio Hikikomori è per loro un vero e proprio disonore che la famiglia spesso tiene nascosto per anni prima di interpellare un medico.
[C., Ricci (2008, antropologa. Hikikomori, hikikomoriitalia.it)]
Il testo “psicopatologia web mediata” (2013) di F. Tonioni descrive il fenomeno della dipendenza da internet, intesa come dipendenza patologica comportamentale. Dopo una descrizione dei cambiamenti che ha causato l’era digitale l’attenzione viene spostata sul fenomeno Hikikomori.
[F. Tonioni (2013), ricercatore. Psicopatologia web mediata, Roma, recenti progressi.it ]