Il fashion blogger è un personaggio pubblico che fa da ponte tra le catene di moda e il pubblico. Ha il ruolo di “dettare le tendenze”, sponsorizza uno o più brand e li “porta” a casa di chi lo segue. È icona di stile e fonte di ispirazione per le persone, soprattutto per gli adolescenti che sono facilmente influenzabili sull’argomento moda e che necessitano in continuazione di trovare un modello saldo a cui appoggiarsi e da cui trarre idee.
I fashion blogger hanno una social life molto sviluppata, si può addirittura dire che sono in mondovisione proprio perché fungono da passaparola nel mondo digitale.
Il social network è il mezzo principale tramite cui i fashion blogger prendono visibilità; mostrandosi in questa vetrina digitale arrivano alle persone e le influenzano, ecco perché da poco il termine più corretto è “influencer” e non più fashion blogger.
Spesso questo personaggio pubblico non distingue più il “sé” dal “self” – dove per sé intendiamo la parte più profonda e privata, mentre per il self intendiamo la parte sociale, ovvero pubblica- perché il suo stile di vita, soprattutto la parte privata, diventa il modo per arrivare alle persone.
Il fashion blogger, infatti, oltre che a sponsorizzare pubblica costantemente i vari momenti della sua vita privata, coinvolgendo così i suoi fans nella sua giornata tipo.
Con questo, nasce la necessità per il fashion blogger di essere sempre perfetto agli occhi di chi guarda, per evitare critiche comunque inevitabili e soprattutto per la “bella figura”, una guerriglia narcisistica insomma, nella quale ciò che viene mostrato e messo in luce è l’apparente perfezione del personaggio.
“Ne deriva che gli individui, se si mettono in vetrina, si mettono nel contempo anche in scena. Imparano cioè a rappresentarsi al meglio all’interno dei numerosi schermi che invadono la loro vita quotidiana. Si fanno testimonial di se stessi, assumendo sino in fondo la logica promozionale della pubblicità e cercando conseguentemente di massimizzare la propria audience” (Vanni Cadeluppi, “L’era dello schermo, condividere con l’invadenza mediatica”).
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Titolo libro: Vee Paola, Moschillo Maria Teresa, Bisognin Marta, “Nulla è come sembra”