“Ho 500 Amici su Facebook!”

Grazie ai Social Network, veniamo a trovarci di fronte allo sviluppo di tecnologie di comunicazione e pratiche correlate che non solo modificano la nostra idea di amicizia (pensare a cosa significa quando un adolescente ti dice “noi siamo amici su facebook” oppure anche “ho 500 amici su Facebook” – è il concetto stesso di amicizia a subire una variazione incredibile, una modificazione non trascurabile a nessun livello) e di “cerchia sociale” (nel concetto di social friend la cerchia sociale prende “altri contorni” e pure “non-contorni”), ma che mutano il nostro percepirci come oggetto passivo delle comunicazioni di massa e cambiano il nostro pensarci come cittadini, consumatori, pubblico.

Non veniamo più ad essere solo “oggetto di comunicazione” (“ricevente” nella dinamica della comunicazione), ma possiamo diventarne il soggetto (“emittente” nell’accezione di teoria e tecnica di comunicazione). Il ribaltamento non è indifferente.

Da un punto di vista delle posizioni sociali (nel senso di posizioni all’interno della poliV), la voce del singolo cittadino può essere ascoltata alla stregua del più potente magnate dei media. Senza essere proprietario di un organo di stampa e senza disporre del capitale necessario per affittarne uno, un singolo attivista può rendere pubblico un argomento di discussione tramite una presenza o un contatto diretto e credibile. Gli è possibile fare luce su questioni che diversamente rimarrebbero taciute. Per merito di Internet si presentano costantemente delle opportunità (partecipative) di impegnarsi a rielaborare le informazioni in maniere creative e allettanti. Tale procedimento potrebbe generare cittadini più stimolati e più coinvolti nei dibattiti pubblici e politici, dando vita a quella società partecipativa che ancora appare in questo momento come di là da venire.

In questo senso verrebbe a realizzarsi una sorta di “semiotic democracy” in riferimento ad un contesto in cui ci sono più persone in grado di raccontare gli eventi, che partecipano alla ricodifica e alla rielaborazione del loro significato culturale.