Introduzione
Con il termine “vamping” si intende quel fenomeno per cui di notte gli utenti del web rimangono online fino alle prime ore del mattino per chattare, postare, giocare, guardare serie TV ed altro ancora. Questa parola deriva da “vampire”, che in inglese significa “vampiro”, creatura fantastica che appunto è attiva soltanto di notte.
Aspetto storico/sociologico
Questo fenomeno ha avuto origine negli Stati Uniti ma si è poi diffuso anche in Italia e nel resto del mondo. I dati che si possiedono al riguardo indicano che la fascia maggiormente coinvolta è quella adolescenziale: l’indagine svolta dall’Osservatorio Nazionale Adolescenza nel 2017 su tutto il territorio nazionale ha messo in luce che il 62% degli adolescenti rimane sveglio fino a tarda notte per chattare, parlare o giocare con gli amici e partner, guardare video o serie TV in streaming, e un 15% si sveglia sistematicamente, anche dopo essersi addormentato, per controllare le notifiche sui social network.
Aspetto psicologico/patologico
Scrive Alessandro D’Avenia: «Perché leggiamo la notte? Perché le parole hanno bisogno di silenzio. La notte non squillano telefoni, la notte non bussa nessuno, la notte non ci sono rumori. La notte il tempo non urge». La notte è quindi da sempre un momento della giornata in cui si percepisce e si sperimenta oggettivamente una maggiore libertà e indipendenza, aspetti notoriamente molto ricercati nella fase adolescenziale della vita, soprattutto rispetto alle figure genitoriali. In questo caso però i telefoni “squillano” eccome, e, assieme a tutti gli altri devices, diventano il luogo privilegiato di socializzazione tra pari, altro elemento fondamentale per un teenager che forse nella realtà della vita quotidiana non riesce a godere delle relazioni concrete, le quali rischiano di passare in secondo piano anche a causa dei numerosi impegni e attività (come la scuola, lo sport, ecc…).
Questo fenomeno ha però conseguenze piuttosto negative per la salute psicofisica: un nuovo studio condotto presso l’università del Colorado-Boulder ci spiega quanto l’utilizzo dei dispositivi elettronici prima di andare a dormire sia deleterio. Infatti, la luce blu dei dispositivi elettronici non solo danneggia la retina ma ha effetti negativi sui ritmi circadiani e sulla fisiologia del sonno perché abbassa il livello di melatonina del corpo, ovvero l’ormone che regola l’alternanza sonno-veglia. Oltre al rilassamento fisico, non permette quindi neanche il rilassamento emotivo e cognitivo. Le conseguenze immediate le ritroviamo nelle attività diurne: stanchezza, irritabilità, deconcentrazione; nel lungo periodo, come ci suggerisce una ricerca effettuata dalla Goldsmith University di Londra e dalla Tel Aviv University, può esserci una maggior propensione a manifestare comportamenti antisociali e a sviluppare dipendenze da sostanze psicotrope, oltre a possibili disturbi dell’umore e dell’alimentazione.
Aspetto educativo
Il vamping stesso può diventare una dipendenza, e ridurre la vita del ragazzo alla sola esistenza virtuale notturna oppure fargli condurre una doppia vita caratterizzata dalla frattura notte/giorno. Per l’educatore diventa perciò importante innanzitutto salvaguardare la salute dell’adolescente fissando dei limiti, riconoscere le esigenze di libertà e ricapacitare l’aspetto socializzante sia virtuale che reale, in modo che il ragazzo possa ricucire quella frattura che è anche esistenziale e guadagnare una maggior unitarietà di vita.
Conclusioni
Come affermava Zygmunt Bauman, il mondo online offre delle occasioni di socializzazione in cui i legami si possono facilmente recidere da un momento all’altro tramite la disconnessione. La fragilità identitaria tipica dell’adolescente trova quindi un ambiente fertile per costruire relazioni senza temere il rischio del confronto. È necessario perciò che la generazione adulta trovi strade sempre migliori per educare all’importanza delle relazioni e ad un uso sano dei social network.