Il termine Web 2.0 viene introdotto nel 2004 da O’Reilly Media, un grande editore americano, come titolo per una serie di conferenze aventi per oggetto una “nuova generazione” di servizi Internet che enfatizzano la “collaborazione on-line” e la condivisione tra utenti.

Grazie a tali servizi, gli utenti di Internet hanno una nuova opportunità: la possibilità di creare, condividere e commentare con facilità contenuti multimediali. Anche utenti non esperti possono creare testi, immagini e video, renderli visibili ad una comunità di utenti, e commentali insieme a loro[1].

In questo senso – nel loro essere inter-attivi – cessano di essere solamente recettivi-passivi all’interno della trama della Rete. A caratterizzare le applicazioni di Web 2.0 sono quindi una serie di elementi di tipo tecnologico e psico-sociale.

A livello tecnologico:

  • l’accesso alle applicazioni avviene attraverso il Web: il browser è sempre l’interfaccia di accesso alla diverse applicazioni;
  • cambia il linguaggio di descrizione dei contenuti delle pagine Web: dal linguaggio Html si passa al linguaggio Ajax che consente un più veloce caricamento delle pagine, in quando permette di richiamare solo gli oggetti effettivamente utilizzati dall’utente. Inoltre permette di separare la descrizione degli oggetti (contenuto) della modalità con cui questi verranno visualizzati (forma).

A livello psico-sociale[2], le applicazioni Web 2.0 sono caratterizzate da:

  • facilità d’uso: essendo basate sull’interfaccia grafica del Web, tutte le applicazioni condividono la stessa impostazione grafica e l’approccio a oggetti. Ciò consente il loro utilizzo anche senza la necessità di leggere un manuale;
  • dimensione espressiva: grazie ad esse l’utente può esprimersi e generare nuovi contenuti (user-generated content);
  • dimensione comunicativa: ogni nuovo contenuto è accessibile immediatamente all’intera comunità di Internet. Non solo: l’indicizzazione dei contenuti mediante parole chiave (tag) permette di individuare più facilmente i contenuti rilevanti;
  • dimensione comunitaria: la versione finale dei contenuti è il risultato dell’interazione tra una comunità di utenti che ha un ruolo attivo nel processo di creazione e di commento/condivisione.

 

Nella luce di questo processo di evoluzione e di interazione, i Social Network diventano così come noi oggi li approcciamo:

  • strumento di supporto alla rete sociale (organizzazione – estensione);
  • strumento di analisi dell’identità sociale degli altri (esplorazione – confronto);

strumento di espressione della propria identità sociale (descrizione – definizione).

[1] G. Riva, Op.cit., p. 70.

[2] cf. G. Riva, Op.cit., p. 71.