Sovraccarico cognitivo digitale

Introduzione

Questo elaborato ha l’intento di presentare il sovraccarico cognitivo, chiamato anche digital overload. Il fenomeno richiede una particolare attenzione perché si sta manifestando sempre di più in conseguenza all’esponenziale sviluppo della tecnologia e dei media tramite i quali riceviamo una grande quantità di informazioni che possono inibire la nostra capacità di selezione.

Aspetto storico/sociologico

Lungo il corso della storia, l’uomo si è sempre trovato di fronte a qualche scoperta rivoluzionaria per la sua vita quotidiana che ha dovuto educare per saperla gestire al meglio. Ad esempio tra le scoperte più importanti dell’Homo erectus c’è quella del fuoco che ha permesso di rivoluzionare completamente lo stile di vita e migliorarne le qualità. Sicuramente il problema iniziale era quello di riuscire a controllarlo ma, una volta imparato, il fuoco ha costituito una vera e propria rivoluzione sociale1. In quell’epoca avevamo in mano la gestione del fuoco, ora abbiamo in mano uno smarthphone, un tablet o un computer e uno dei problemi che dobbiamo imparare a gestire è la condizione di sovrabbondanza comunicativa permanente. Questo fenomeno viene chiamato sovraccarico cognitivo o anche information overload e si verifica quando si ricevono troppe informazioni per riuscire a sceglierne una specifica sulla quale focalizzare l’ attenzione2. Uno dei primi autori che nel 1970 parla di sovraccarico di informazione è Alvin Toffler, per lui infatti esiste un limite naturale alla nostra capacità e celerità di elaborazione dell’informazione, oltre il quale non possiamo spingerci3. Il fenomeno, quindi, è noto da tempo e non possiamo rimandare direttamente la causa alle moderne tecnologie. È vero però che le recenti evoluzioni nei campi della comunicazione e soprattutto nell’accesso all’informazione, hanno permesso a questo tipo di sovraccarico di diffondersi largamente4. C’è quindi bisogno di educare questo fenomeno così come siamo riusciti ad educarci nell’utilizzo del fuoco.

1Cfr. articolo Repubblica http://www.repubblica.it/economia/rapporti/osserva-italia/festivaldellacrescita/2018/03/26/news/l_homo_sapiens_e_l_igiene_digitale-192285152/

2Cfr. http://www.gamification.it/gamification/sovraccarico-cognitivo-un-breve-approfondimento/

3Cfr. http://www.futurimagazine.it/osservatorio/cosa-ci-ha-insegnato-alvin-toffler/

4Cfr. http://www.gamification.it/gamification/sovraccarico-cognitivo-un-breve-approfondimento/

Aspetto psicologico/patologico

Con l’esponenziale sviluppo della tecnologia e dei media siamo sempre più esposti ad una grande quantità di informazioni le quali possono mettere alla prova la nostra abilità selettiva. Spesso questa moltitudine di informazioni viene percepita come un “rumore” in termini cognitivi e se viene a mancare l’autocontrollo e la consapevolezza possono generarsi effetti negativi come malumore, ansia, frustrazione e confusione. Il sovraccarico cognitivo può essere ricondotto a due fenomeni: l’Information Fatigue Sindrome (IFS) e l’Information Anxiety entrambe derivanti dallo stress del dover confrontare una quantità eccessiva d’informazione1. L’ansia da informazione è definita da Wurman come «il prodotto del sempre più ampio divario tra ciò che capiamo e quello che pensiamo di capire. È il buco nero tra i dati e la conoscenza»2. Questo concetto è connesso all’Information Overload ma riguarda più le difficoltà nell’accedere ai dati piuttosto che alla sensazione di esserne bombardati e non sottolinea particolari manifestazioni fisiche a differenza dell’Information Fatigue Syndrome. Questa Sindrome da Affaticamento Informativo viene studiata da David Lewis che prese come riferimento i problemi di gestione dell’informazione nei luoghi lavorativi. Lui individua una serie di sintomi che derivano dall’Information Overload tra cui: confusione e frustrazione, dolori di stomaco e mal di testa, dimenticanze, malumori ed irritabilità, ansia e dubbi su di sé, insonnia3. Questo tipo di sindrome la incontra chi è costretto a gestire una grande quantità di informazioni e insieme all’ansia descritta prima è uno dei fenomeni che più si collega al sovraccarico cognitivo.

1Cfr. https://sociologicamente.it/il-sovraccarico-cognitivo-information-overload-e-i-fenomeni-collegati/

2WURMAN, L’ansia da informazione, Milano, Leonardo, 1989, p.14.

3Cfr. https://sociologicamente.it/il-sovraccarico-cognitivo-information-overload-e-i-fenomeni-collegati/.

Aspetto educativo

A fronte di tutto questo è normale domandarsi come poter affrontare il sovraccarico cognitivo, per far si che la grande quantità di informazioni a cui siamo esposti nel web non diventi un qualcosa di negativo e nocivo bensì una ricchezza. L’educatore riflessivo deve portare al riconoscimento della risorsa stimolando l’adolescente, o chi per esso, a vivere la realtà virtuale con riflessività. Oggi, come ben sappiamo, una delle caratteristiche principali del web è quella di essere un contenitore infinito di informazioni nelle quali c’è bisogno di sapersi orientare con attenzione soprattutto durante una ricerca. Mario Motta in Strategie di ricerca, selezione e organizzazione di informazioni in rete paragona la ricerca sul web ad un viaggio interstellare scrivendo: «possiamo provare a paragonare una sessione di navigazione su Internet ad una sorta di viaggio interstellare: in ogni momento è come se ci trovassimo in un punto e dovessimo raggiungere un far point: le rotte possibili sono molte, poiché lo spazio virtuale in cui ci stiamo muovendo non può essere descritto e compreso usando solo la x e la y della logica cartesiana. Entrano continuamente in gioco altre dimensioni: se il far point è una galassia, o meglio, una nebulosa inesplorata di risorse su un dato argomento, allora nemmeno il punto di partenza potrà essere dato per scontato»1. Motta con questo paragone sottolinea che l’ambiente di Internet è, da una parte, un insieme di risorse, fonti e documenti in continua evoluzione ed espansione, e dall’altra sottolinea la necessità di definire la natura e i limiti di questo ambiente per imparare ad orientarsi nel miglior modo possibile.

1MARIO MOTTA, Strategie di ricerca, selezione e organizzazione di informazioni in rete, in http://www.mariorotta.com/scritture/wp-content/uploads/2007/03/mr_strategiediricerca.pdf

Conclusioni

L’allontanarsi alle moderne tecnologie non è sicuramente il modo migliore per sottrarsi al fenomeno del digital overload o a qualsiasi tipo di fenomeno digitale considerato nocivo. C’è bisogno di educare il nostro vivere nel mondo del web ricco di informazioni, affinché diventi per tutti noi una risorsa che ci possa rendere più umani e consapevoli.