Introduzione
Nella sua celebre opera ” Il malato immaginario ” Molier racconta la storia di Argante, un uomo in continua ansia e preoccupazione per la propria salute e sempre convinto di essere affetto di una qualche malattia. Mentre Molier racconta del suo secolo, al giorno d’oggi le cose non sono molto cambiate anzi l’ipocondria è stata enfatizzata dalle grandi quantità di informazioni che sono a disposizione grazie alla tecnologia. L’ipocondria infatti negli ultimi decenni si è trasformata in cybercondria proprio per il fatto che il web ci permette di trovare numerose informazioni di qualsiasi genere, provocando una maggiore quantità di stress e ansia.
Aspetto storico/sociologico
Il termine cybercondria venne coniato nel 2000 come acronimo fra”cyber ed ipocondria”, sta a indicare una macrocategoria di ansiosi, che mal gestiscono la loro ansia e ipocondria, contribuendo ad alimentarla andando a cercare soluzioni nel web
La cybercondria è una conseguenza dell’” Information Overloaded Addiction”, cioè la ricerca irrefrenabile e compulsiva di informazioni dal web.
Secondo una stima del Censisi in Itialia sono 16000 gli utenti che si connettono per cercare informzioni sanitarie e il 34% dei navigatori è interessato solo a dati medici, il problema risiede nel fatto che molta dell’informazione medica sul webb non è certificata, al contrario spesso son gli utenti comuni a scrivere senza basi mediche. Questa particolare ipocondria ha inoltre maggiori possibilità di trasformarsi in un vero e proprio dramma sociale in grado di mettere a repentaglio le relazioni interpersonali e lavorative.
Aspetto psicologico/patologico
Il soggetto cybercondriaco compie una ricerca su internet in base ai sintomi presunti, facendosi un’idea sul proprio disturbo senza interpellare il proprio medico per paura che gli confermi la sua auto-diagnosi. Nella maggior parte dei casi però, la conclusione non è corretta o comunque è da valutare e non fa altro che aumentare il suo stato di ansia e di preoccupazione. Nel tentativo di trovare delle evidenze che contraddicano questa diagnosi, l’utente continua nella sua ricerca ma cade nell’effetto-paradosso di confermarlo ulteriormente e finisce con lo sceglire tra le varie diagnosi proposte, quella peggiore, provocando ansia, stress e visite mediche totalmente inutili.
Aspetto educativo
Nel tentativo di ovviare il problema la Health On The Net Foundation ( HON) ha stilato un codice di comportamento in base al quale i siti iscritti hanno accettato di diffondere informazioni responsabili rendendo note le fonti. E’ stato introdotto anche MedHunt, un motore di ricerca che diffonde solo risultati provenienti da siti di fiducia. La soluzione però non può essere solo una certificazione di determinati siti, perché il web non potrà mai essere sotto un continuo controllo, occorre diffondere una cultura digitale per poter permettere alla persone di navigare responsabilmente. L’educazione digitale deve mettere in condizione le persone di affrontare e gestire le dinamiche e i processi che scaturiscono dall’innovazione tecnologica, in modo tale che le persone possano non soltanto difendersi dai lati oscuri del digitale, ma di saper anche utilizzare gli strumenti e le potenzialità del web.
Conclusioni
Attraverso la ricerca e l’analisi del materiale raccolto, sono dell’idea che il web ha una grande potenzialità , ma è importante istruire e sensibilizzare la popolazione al corretto utilizzo della piattaforma multimediale per avere la possibilità di sfruttarla al meglio.