Introduzione
La pedopornografia online è un reato che consiste nel produrre, divulgare e diffondere, anche per via telematica, immagini o video ritraenti persone minorenni, che hanno un età antecedente alla pubertà, coinvolte in comportamenti sessuali espliciti, concrete o simulate o qualsiasi rappresentazione degli organi sessuali a fini soprattutto sessuali. Spesso questa viene confusa con la pornografia minorile, che invece è materiale pornografico in cui sono coinvolti individui minorenni ma che hanno già subito le trasformazioni della pubertà.
Aspetto storico/sociologico
La pedopornografia esiste almeno da quando esiste la fotografia e, quindi, da prima dell’avvento di Internet. Tuttavia, l’espansione senza precedenti delle comunicazioni avvenuta con la Rete, ha radicalmente cambiato il modo in cui il materiale pedopornografico viene prodotto e diffuso, contribuendo ad un aumento della sua disponibilità e accessibilità.
L’evoluzione della tecnologia e delle vie di comunicazione attraverso Internet, hanno certamente facilitato la diffusione di materiale pedopornografico.
La pedopornografia può avere origine nel sexting, ovvero l’invio di testi e/o immagini sessualmente esplicite tramite Internet o telefono cellulare. Si affermata che il 13% invia foto intime di se stessi, di cui:
- L’ 1,9% ha messo online foto di sé per avere “mi piace”;
- Al 2,8% è capitato che foto intime di se stessi venissero condivise;
- L’ 8,6% ha inviato foto intime personali tramite messaggi privati.
Ma bisogna sottolineare che questo 13% è composto da un 6% che sono individui minori di 14anni che hanno inviato foto intime personali tramite messaggi privati.
Un fattore rilevante è l’età in cui viene “consegnato” un cellulare nelle mani dei giovanissimi, fino a qualche anno fa era il classico regalo per la cresima, oggi invece un bambino di 9/10 anni sa maneggiare uno smartphone ed ha accesso ad Internet (Youtube, Whatsapp e giochi online).
Whatsapp, infatti, sembra essere uno dei luoghi virtuali più recenti dove avviene lo scambio di materiale pedopornografico. Esistono gruppi pubblici nei quali, per entrare a farne parte, basta un link di invito, possono incontrarsi utenti totalmente estranei, uniti solo da un qualsiasi interesse.
Questi gruppi sono stati osservati da personale competente in matteria che ha affermato che sono pubblici, attivi e non vengono nascosti particolarmente, arrivarci è relativamente facile come già detto precedentemente.
Aspetto psicologico/patologico
Secondo la concezione psicoanalitica classica, l’atto pedofilo è legato a fissazioni e regressioni verso forme di sessualità infantile. In particolare la pedofilia è un perversione che si origina sull’angoscia della castrazione. La psichiatria, partendo dalle caratteristiche della personalità e dalla frequenza del comportamento dei pedofili, ha delineato diverse categorie di persone affette da pedofilia.
Il pedofilo online oggi non solo ricerca il contatto diretto con le vittime per consumare atti sessuali, ma in primis è interessato a ottenere materiale come foto o filmati in cui i minorenni mostrino il proprio corpo o compiano veri e propri atti sessuali.
Normalmente il pedofilo si muove su più siti o social network, dove di solito è più frequente la presenza di minorenni, come siti in cui si parla di libri, personaggi di cartoni animati, giochi elettronici, musica e così via. Il pedofilo in chat crea un profilo e approccia i minori fingendosi un coetaneo e approfittando spesso di quelle situazioni di difficoltà.
Crea man mano un rapporto di fiducia, di complicità con la vittima, sino a plagiarla psicologicamente fino a chiederle di scattare e inviare immagini intime o di mostrarsi in webcam in diretta. Oppure l’offerta di regali, come ricariche telefoniche in cambio di immagini.
A quel punto il minore viene sottoposto a pressioni, se non a una vera e propria violenza psicologica, perché continui a esibirsi, sotto il ricatto che le immagini compromettenti arrivino ai genitori, agli amici o comunque vengano rese in qualche modo di pubblico dominio.
Il pedofilo online agisce su più vittime contemporaneamente, che si trovano in altre città o altre regioni.
Aspetto educativo
Attualmente vige la legge del 6 febbraio 2006, n. 38 “Disposizioni in materia di lotta contro lo sfruttamento sessuale dei bambini e la pedopornografia anche a mezzo Internet” pubblicata nella Gazzetta Ufficiale n. 38 del 15 febbraio 2006. Ma prima di arrivare a dover ricorrere alla legge, oltre che i genitori, anche gli educatori sono tenuti a fare attività di prevenzione: l’ascolto e l’educazione affettivo-emotiva di bambini e ragazzi, nel rispetto della loro maturità e dello sviluppo fisico emotivo e cognitivo, sono i capisaldi. L’educatore deve educarli anche al limite: ci sono zone del corpo “intime” che non devono esser toccate da nessuno, spiegare il significato del “pudore”. Fare massima attenzione ai “campanelli d’allarme”:
- I bambini fino ai 5 anni non dovrebbero parlare di atti sessuali o utilizzare n linguaggio sessualmente esplicito, né avere contatti fisici né mostrare comportamenti sessuali o conoscenze sessuali.
- I bambini tra i 6 e i 12 anni non dovrebbero masturbarsi in pubblico o mostrare comportamenti sessuali o conoscenze sessuali.
Ad ogni età, alcuni cambiamenti nei comportamenti possono esser campanelli d’allarme a cui rivolgere l’attenzione, se questi comportamenti sono isolati, posso esser segnali di normale sviluppo, invece, se sono compresenti e repentini, l’educatore può rivolgersi a un pediatra immediatamente, se vede segni fisici, altrimenti contattare il Telefono Azzurro o il 114 Emergenza Infantile, questo avviene in seguito che i minori abbiano subito violenze.
Conclusioni
Il fenomeno della pedopornografia online è un fenomeno che esiste da molti anni e in qualsiasi social network. Importante è la presenza dei genitori e degli educatori durante l’utilizzo della Rete Internet da parte di questi piccoli soggetti spesso vittime. Un’ educazione al rispetto si se stessi, del proprio corpo e un’istruzione al pericolo che esiste è il primo passo doveroso verso i bambini che iniziano ad approcciarsi ai social.