LE #EDWARRIORS: UNA SOCIAL-CATENA CONTRO I DCA

Introduzione

I Dca, ovvero i Disturbi del comportamento alimentare, colpiscono soprattutto i giovani, gli adolescenti. Anoressia e bulimia interessano in modo particolare le ragazze, ma non solo. Negli ultimi anni questi disturbi hanno raggiunto la dimensione dei social. Talvolta ovunque si parla dei mass media come una delle cause maggiori della grande diffusione di questo disturbo. Non si può di certo negare come la televisione e i contenuti multimediali influiscano molto sui giovani oggi, e sulla trasmissione di modelli estetici non sempre sani fisiologicamente e psicologicamente.

Poniamo ora uno sguardo,forse di stupore, verso un nuovo e recente uso dei social per quanto riguarda l’ambito dei distrubi alimentari; parliamo dunque delle #edwarriors, guerriere in battaglia per distruggere un mostro in comune: l’anoressia / la bulimia.

Aspetto storico/sociologico

Dal 2012 dalla piattaforma social di Instagram, innumerevoli profili e hashtag “pro-ana” iniziarono a spuntare e a influenzare negativamente milioni di giovani. Gambe ossute e visi scavati hanno iniziato a scatenare una vera e propria epidemia e moltissimi adolescenti si sono trovati da un giorno all’altro a vivere un vero e proprio tunnel, quello del disturbo alimentare. Da un giorno all’altro quelle immagini non erano più solamente virtuali ma reali, erano nelle vite vere dei giovani.

Ciò nonostante, negli ultimi 10 anni si è sviluppata sempre di più una vera e propria “social catena” contro i DCA a discapito dei siti “pro-ana”. Questo evento si è diffuso specialmente in Inghilterra, ma anche la catena sociale Italiana si sta ampliando e sta diventando sempre più robusta. Una delle piattaforme sociali che più è coinvolta in questa vera e propria battaglia è Instagram,nella quale sono stati creati una serie di hashtag grazie ai quali le ragazze e i ragazzi possono conoscersi,seguirsi e ampliare la catena sociale contro questo disturbo. In questo modo il mondo social ha permesso a persone che soffrono dello stesso disturbo di condividere non solo la propria esperienza, anche quotidiana, e il proprio diario alimentare, ma anche i propri pensieri, difficoltà e ostacoli contro cui ogni giorno si imbattono nella dura risalita verso l’accettazione e l’amore per sè stessi. Una comunità di sostegno dove ci si conosce postando i propri pasti, le proprie vittorie alimentari, le proprie paure, le proprie fissazioni, i propri traguardi e i propri passi indietro. Un vero e proprio gruppo dove la parola d’ordine è #recovery e dove le persone sono pronte ogni giorno a spronarti a non cadere ma a combattere, consapevoli che i DCA sono una battaglia quotidiana. Delle vere e proprio #edwarriors, #edsoldiers.

Aspetto psicologico/patologico

Dal punto di vista psicologico questa piattaforma social sembra essere diventato un vero e proprio “luogo” dove si è creato un gruppo di sostegno monosintomatico, che riscontra certamente dei benefici a livello emotivo e psichico per chi vi partecipa. La creazione del proprio diario alimentare postando foto dei propri pasti, cercando di renderli più belli e fotogenici “impiattandoli” bene, può certamente aiutare ad affrontare con meno timore dei cibi, che non sono solo calorie ma sono anche portatori di piacere e soprattutto di vita. Inoltre la condivisione dei propri pensieri, delle proprie paure, della propria esperienza, aiuta sia a far sentire meno solo chi magari pensa di esser l’unico e solo ad affrontare tale battaglia. Le #edwarriors non hanno in questo “luogo” paura di condividere le proprie ricadute e le proprie sconfitte,le proprie fisse, creano così quel dialogo che probabilmente nella vita non virtuale, ma reale gli manca. Infatti come dice lo psicologo Romeo Lippi, fondatore del sito “ Lo psicologo di internet”,in riferimento alle sue pazienti, : “Mi dicono che vedono le altre su Instagram, sempre magre, contente, con il fidanzato… In questo ha un ruolo centrale la famiglia, che spesso ignora i social e quello che vi succede mentre sarebbe importante un dialogo”. Molte giovani vittime di disturbi alimentari affermano infatti quanto sia difficile parlarne con i genitori o rivolgersi a degli specialisti.

Oltre a questo i profili #recovery sono anche portatori di beneficio in quanto accrescono nella persona un grande senso di gratificazione, non solo derivante dal sostegno degli altri,ma anche dal sentimento di responsabilità nei confronti di chi si vuole sostenere e aiutare. Infatti,aiutare e sentirsi utili per qualcuno è una conseguenza del far parte di un gruppo. Ne è testimone Livia,una delle ragazze che è entrata virtualmente a far parte di questo gruppo,la quale dice :” Tante persone mi dicono che le ho aiutate e questo mi spinge a non mollare. Altre sono riuscite a guarire e sono per me fonte di ispirazione”.

Aspetto educativo

Oggi i social sono diventati una vera e propria valanga nella vita di tutti la quale sta diventando sempre più potente e presente. Certamente, il fatto che questa patologia e la sua terapia sia entrata nella dimensione social non ci deve distrarre dal fatto che si sta comunque parlado di una malattia reale e rischiosa se non curata coi giusti mezzi. I social, infatti, possono rappresentare un sostegno e un mezzo di prevenzione e tutela ma non di terapia in vista di una guarigione completa. Romeo Lippi a tal proposito afferma che: “Diventa quasi una terapia di gruppo. Si creano vere e proprie relazioni, online ma anche reali. Ovviamente nel caso dei più giovani sarebbe meglio se tutto venisse controllato da un adulto”. E’ perciò necessario che la strada di guarigione sia comunque seguita da esperti e specialisti in modo tale da dare un aiuto più concreto e non virtuale ai giovani che soffrono di DCA. Così, visto il crescente numero di partecipanti a questa comunità online, il centro Fida per la cura dei Dca (Disturbi del comportamento alimentare) di Torino ha fatto una cosa importante. Esso ha aperto un profilo Instagram @fida_torino per rendere le strutture di terapia e ascolto più accessibili e visibili alle giovani vittime. Questo centro ha deciso però di non interagire con i giovani direttamente per non interferire in maniera invasiva ma prova a farlo mediante la condivisione di messaggi ed informazioni sulla cura.

Questo evento può certamente essere visto come positivo sotto molti aspetti,sia sociale sia psicologico. Ciò nonostante c’è da porre attenzione a dei probabili effetti negativi che possono insorgere in quanto il mondo virtuale può portare a conoscere persone positive e con buone intenzioni di ricerca di aiuto e di sostegno, ma anche persone che in un gruppo simile potrebbero danneggiare ulteriormente,con commenti o immagini. La vastità di questa comunità può, infatti, portare a questo, ed è quindi necessario che ci sia sempre un supporto più concreto e reale,non virtuale,dato da dei specialisti.

Conclusioni

Abbiamo visto come anche la dimensione social può diventare un aiuto e un sostegno per i giovani che soffrono di disturbi alimentari. Perciò i mass media non devono per forza essere sempre demonizzati come la causa dei mali della società, in questo caso come una delle cause della diffusione tra i giovani dei disturbi dell’alimentazione. Siamo a corrente, ora, dei pro e i contro delle piattaforme social, sta a noi decidere come usarle.