Introduzione
Ad oggi, sono più di 3 miliardi di persone ad avere un account su uno dei social più famosi (Facebook, MySpace, Twitter, Instagram…). Piattaforme virtuali che vengono utilizzate dagli utenti per gestire le proprie reti sociali e l’identità personale. Da quando esistono hanno cambiato non solo la nostra vita, ma soprattutto, il significato della parola “amicizia”. Infatti nella vita reale gli amici hanno un rapporto vero ed intimo, cosa che non si verifica nei social network, dove l’amicizia è una relazione pubblica e superficiale.
Aspetto storico/sociologico
La storia di social network inizia nel 1997, quando uno statunitense di nome “Ellison” lancia il sito SixDegrees.com, l’obiettivo del primo social network era quello di creare delle relazioni fra persone.
Dopodiché un nuovo social: Friendster. Esso era il primo social che mostrava le foto degli utenti ed il loro vero nome, permetteva di cercare persone e vedere li loro profilo per poi “collegarsi alla loro rete”.
Successivamente, MySpace. Nato con uno scopo preciso: dare ai giovani uno spazio dove poter fare ciò che volevano.
Reid Hoffman ed alcuni membri di Paypal e Socialnet.com lanciano LinkedIN, social orientato al mondo del lavoro, il profilo diventa il curriculum vitae e le relazioni che si instaurano sono professionali.
Il 4 Febbraio 2004 nasce Facebook, creato dall’appena diciannovenne Mark Zuckerberg. Il giovane Mark partì pensando ad un social network esclusivo che si basava sui profili reali: un sistema per restare in contatto con la gente conosciuta e non.
Nel 2006, durante un brainstorming, nasce l’idea Twitter.
Negli ultimi anni ci sono stati altri social network come google +, instagram, pinterest…
Aspetto psicologico/patologico
Avere innumerevoli amicizie sui social porta alla conseguenza che i rapporti reali si riducono drasticamente a favore di relazioni virtuali che sono presenti quando si è al top e scompaiono quando si ha bisogno. A dimostrare ciò, è uno studio condotto agli inizi del 2016 dall’antropologo Robin Dunbar, professore di psicologia dell’università di Oxford, il quale, osservando il comportamento e le reazioni virtuali di più di 3000 studenti, ha rivelato che gli utenti posseggono mediamente 155 “amici” virtuali ma che in realtà solo 15 possono essere considerati tali e 5 etichettati come amici stretti, dal momento che, in caso di “bisogno reale”, si potrebbe far affidamento solo sul 4% di loro.
Il rischio di un simile processo è, però, che in questo allargamento infinito di contatti si riduca gradualmente anche il capitale sociale che riserviamo a quei 5 preziosi “best friend”. Tempo ed energie da dedicare agli amici veri diminuiranno, e a questo contribuirà sempre più l’illusione procurataci dal digitale di poter mantenere vive le relazioni con loro per mezzo di un semplice messaggio o un ancor più banale like.
Aspetto educativo
É fondamentale nel caso di giovani adolescenti che genitori ed educatori spieghino la differenza tra amici reali e virtuali. Poiché, con le persone che si entra in contatto nei social è opportuno usare il ‘buon senso’; pensare sempre che non si sa mai chi veramente si può nascondere dietro un profilo social e una persona per poterla considerare amica la si deve conoscere bene, poiché l’amicizia è formata dalla fiducia reciproca, dagli interessi in comune… ma tutto ciò è difficile in una relazione online. Gli ‘amici virtuali’ infatti tolgono tempo agli amici reali, ed è facile lasciarsi coinvolgere in amicizie così, dove ci si scambino like, commenti ecc… ma questo porta solo a perdere molto tempo che potrebbe essere sfruttato stando con gli amici veri.
Un aspetto positivo dei social è che permette di essere in contatto con conoscenti o familiari che vivono lontani e a causa di ciò non si hanno spesso relazioni.
Conclusioni
Amicizia, dunque, è una parola che nel mondo dei social ha un significato completamente diverso rispetto alla realtà. L’amicizia è qualcosa di veramente importante, una sicurezza in più che abbiamo per affrontare la vita di tutti i giorni, un legame che va oltre quello della rete. Un “amico” così come è inteso sui social network non si può paragonare all’amico vero.