Introduzione

È definita “texting anxiety” e si tratta dell’ansia da testo, ovvero l’essere appesi allo smartphone in attesa della risposta ad un messaggio da parte di qualcuno di “importante”, per esempio la persona che ci piace o un amico. Questa situazione causa una vera e propria tensione tanto che può arrivare a diventare ansia nel momento in cui si desidera tantissimo un cenno di risposta che però non sembra arrivare mai.

Aspetto storico/sociologico

Si parla di texting anxiety soprattutto negli ultimi anni: è un fenomeno nato dopo la web revolution con l’avvento della messaggistica istantanea. Prima infatti, quando ci si teneva in contatto solo tramite telefonate o sms era tutto più facile: nel caso non ci fosse una risposta immediata le giustificazioni erano tante come per esempio il telefono scarico, il credito esaurito o il famoso “starà lavorando”. Oggi invece Whatsapp e la sua famigerata spunta blu e la possibilità di vedere l’ultimo accesso dell’altra persona la fa da padrone, facendo crescere nella nostra mente l’ansia del “Ha visualizzato e non risponde”.

Aspetto psicologico/patologico

Le cause della lettura senza rispondere ad un messaggio possono essere le più svariate ma spesso, nell’attesa della risposta, che non si sa se arriverà, ci creiamo nella testa un sacco di paranoie come per esempio iniziare a pensare che l’altra persona ce l’abbia con noi oppure, se si tratta della persona che ci piace, che non nutra un vero interesse o che si sia stancata della relazione. Il nostro cervello inizia a costruire ipotesi su eventuali strategie o sul fatto che il destinatario ci stia tenendo appositamente sulle spine.

Tutte queste ansie crescono e creano stress, rendendoci dipendenti dal cellulare perché siamo sempre in attesa di una risposta.

Questo stress però si accumula appesantendo la nostra vita che è già abbastanza dura tra i problemi quotidiani, il lavoro o lo studio.

Questa texting anxiety viene generata proprio dal nostro cervello: i livelli di dopamina (ormone che regola i sentimenti di piacere e felicità) aumentano all’invio del messaggio e quando riceviamo una buona risposta. Nel caso in cui, invece, non ci sia la risposta la dopamina agisce al contrario facendoci sentire tristi o ansiosi.

Aspetto educativo

Per liberarsi, o almeno alleggerirsi, da questo peso bisognerebbe partire da qualche punto fondamentale: innanzitutto bisogna calcolare che le relazioni virtuali non sono la stessa cosa di quelle reali, per cui bisogna minimizzare le cose e partire dal presupposto che sono solo messaggi. Infatti, se la relazione è basata solo sul texting non ha senso vivere immersi nell’ansia a causa di una relazione che non ha delle basi solide. Un ultimo consiglio può essere quello di “dimenticarsi” del telefono per un po’ mettendosi a fare altro o incontrando qualche amico in maniera tale da tornare con i piedi per terra e scaricare un po’ di tensione.

Conclusioni

Purtroppo siamo fortemente controllati dallo smartphone e dalla comunicazione virtuale sia nella vita privata che nel lavoro, per cui dato che non siamo più noi a rincorrere la tecnologia ma è lei a rincorrere noi dovremmo tornare ad essere capaci di andare oltre un messaggio che può voler dire tutto come può non significare niente.

Dovremmo tornare bambini ogni tanto, dirci le cose guardandoci negli occhi e non attraverso un monosillabo in direct su Instagram o tramite un messaggio su Whatsapp.