Introduzione

Navigando tra i social network, spesso appaiono immagini o didascalie che accusano persone, riviste, aziende di “body shaming”, ovvero di giudicare le forme del corpo delle persone attraverso commenti più o meno velati.

Il  body shaming, infatti, è una forma di bullismo che si basa sulla concezione che le persone vadano giudicate in base alla forma del loro corpo e prevede di “insultare o etichettare negativamente una persona in base a come appare, con lo scopo di farla vergognare del proprio corpo o di come ha deciso di mostrarlo”. Erroneamente però, spesso si pensa che per poterlo definire body shaming debba essere scritto un commento esplicitamente offensivo come “Che grassa”, “troppo magra”, ma in realtà anche commenti come “troppi tatuaggi”, “quanto trucco!”, “troppo mascolina”, “ma quella non si è depilata?”, “dovrebbe togliersi qualche piercing” sono manifestazione di questo tipo di bullismo: è body shaming criticare le proprie apparenze, attraverso giudizi o comparazioni con altre persone, e quelle altrui, di fronte a loro o senza che lo sappiano.

Aspetto storico/sociologico

Viviamo oggi in una società in cui tecnologia e social sono estremamente diffusi, a tal punto da rendere la condivisione di ogni singolo istante della nostra vita una necessità. Tutto questo, però, porta con sé aspetti a volte positivi e altre negativi e un esempio di questi ultimi è proprio il body shaming: attraverso il web, le critiche e le offese assumono una risonanza enorme, risultando ancora più pesanti per chi le subisce.

Questo fenomeno si sta sviluppando soprattutto da due anni a questa parte: dai risultati di una ricerca condotta da Nutrimente Onlus, sui social, una donna su due (circa il 48%) viene giudicata e offesa online per le forme del proprio corpo.

A  fare le spese con questo tipo di bullismo sono soprattutto  le adolescenti e le donne nelle fasce d’età comprese tra i 18 e i 30 anni: il body shaming arriva ad infierire sul raggiungimento degli obiettivi personali e sulle relazioni, ma soprattutto sulla considerazione del proprio peso corporeo, che a volte provoca notevoli disturbi alimentari .

Uno dei casi più “famosi” di body shaming del 2018 è stato quello fatto dal Corriere.it e denunciato da Chiara Ferragni : dopo il suo addio al nubilato, su questo giornale, è comparso un articolo il cui titolo definiva Chiara, e soprattutto le sue amiche, “rotonde”. Questo aggettivo è stato poi sostituito da “atletiche” ed infine rimosso, dopo che l’influencer ha denunciato il fatto online attraverso un post che diceva «Penso sia disgustoso lanciare un messaggio del genere, specialmente quando tantissime donne e ragazze hanno problemi con il loro corpo e con la loro autostima […] Per le donne di oggi è veramente difficile sentirsi belle, per tantissime diverse ragioni. Essendo io un modello per tantissime di loro ho sempre provato a condividere messaggi in grado di infondere confidenza e autostima […]La diversità è bellezza. L’imperfezione è bellezza. La felicità è bellezza. La fiducia in se stessi è bellezza. Non lasciate che le altre persone vi rovinino, o vi dicano chi siete. Mai».

Aspetto psicologico/patologico

Essendo il body shaming una forma di bullismo, può provocare effetti a livello psicologico e addirittura essere causa di patologie, più o meno gravi.

Basandosi su critiche pubbliche, spesso il body shaming arriva a creare  senso di inadeguatezza, insicurezza e frustrazione, in grado di minare l’autostima di una persona ed i suoi stati d’ansia. Come scritto in precedenza, a provare maggior disagio per tutto questo sono le adolescenti, che tendono a coprirsi e nascondere le proprie forme, soprattutto nella stagione estiva, o ad attuare comportamenti poco salutari, che spesso sfociano in disturbi alimentari come anoressia e bulimia.

Aspetto educativo

Oggi, fortunatamente, ci sono molte campagne contro questa forma di bullismo, attuate soprattutto mediante social media. Queste “campagne” sono volte a favorire la “self-confidence” ed il cambiamento dei “canoni di bellezza” della società “online”, e sono portatrici di queste molte influencer, alcune case di moda, alcuni cantanti, ma soprattutto le modelle curvy, come ad esempio Ashley Graham, Paola Torrente e Laura Brioschi.

Conclusioni

In conclusione, fare del male agli altri è estremamente semplice, in particolar modo attraverso il web e “al di qua” di uno schermo, per questo è fondamentale pesare le proprie parole, soprattutto quando queste vengono scritte e restano salvate in uno strumento di condivisione come un social, ed è importante pensare prima di giudicare, proprio come scrisse in un testo Fabrizio Moro:

[…]Pensa prima di sparare

Pensa prima di dire e di giudicare, prova a pensare

Pensa che puoi decidere tu

Resta un attimo soltanto, un attimo di più

Con la testa fra le mani[…]