Introduzione

In questo estratto andremo ad analizzare e scoprire alcuni aspetti del child grooming, essendo un fenomeno sempre più di attualità cercheremo di fare una panoramica con un occhio di riguardo agli aspetti problematici e l’aspetto educativo, in particolar modo volgendo la nostra attenzione sulla disinformazione da parte dei genitori delle vittime, cattiva alleata per gli adolescenti di oggi che necessitano di più supporto da parte di tutte le figure educative presenti nella loro vita. Per essere di aiuto a questa generazione è necessario che ognuno di noi impari a riflettere e a responsabilizzarsi, farsi carico di queste problematiche per poter agire.

Aspetto storico/sociologico

Il fenomeno del child grooming, noto in italiano come adescamento di minori, si sviluppa soprattutto negli ultimi anni grazie alla crescita esponenziale dell’utilizzo della rete e all’accesso sempre più immediato ad essa anche da parte degli adolescenti. Infatti dal 2012 al 2014 i casi di adescamento sono cresciuti dal 4,4% al 14,2%. La cosa interessante è che il 46% dei genitori delle vittime non crede che il proprio figlio possa essere preso di mira da tale atto e non ne riconosce il rischio. Questo dato dovrebbe far riflettere ognuno di noi e fa sorgere alcune domande: perché il livello di disinformazione è così alto? Perché c’è cosi tanto disinteresse da parte degli adulti?
Secondo alcune ricerche il 99% delle vittime ha un’età compresa tra 13-17 anni, di queste il 75% è di sesso femminile e addirittura il 50% non si percepisce come vittima. Tra gli abusanti vi è un?età media di 26 anni nel 76% dei casi, per il 46% gli adescatori hanno vent’anni in più rispetto alla vittima, generalmente un adescatore non ha mai commesso crimini sessuali precedentemente.

Aspetto psicologico/patologico

Osservando attentamente il dato riferito alle vittime che non si sentono prese di mira dal processo di adescamento si potrebbe restare stupiti. In realtà questo processo è molto delicato e si basa su una selezione attenta delle le vittime da adescare, si cerca di instaurare un legame di amicizia il più delle volte facendosi passare per coetanei o ragazzi con pochi anni di differenza. Infatti se l’adescatore ha fino a tre anni in più rispetto alla vittima non è giudicabile colpevole dal nostro ordinamento giuridico. Il tipo di rapporto che l’adescatore cerca di instaurare fa fronte ad un procedimento molto cauto nel quale avviene una valutazione dei rischi per creare una fase di esclusività tra i due individui ed in fine una fase sessuale. Solitamente le vittime sono ragazzi fragili, con problemi relazionali, di solitudine e con certezze di identità. Questi disturbi possono essere dati da una scarsa attenzione della famiglia alle spalle, dall’utilizzo troppo precoce di smartphone.
Le cause che spingono l’adescatore si possono ricondurre ad una disfunzione nel cervello tipica dei pedofili che è la riduzione della materia grigia. In oltre n questi individui si vi è un aumento delle risposte cerebrali alla visione di immagini di bambini nudi.

Aspetto educativo

Come anticipato nell’introduzione, per far fronte a questa urgenza è necessario che la gente comprenda che ogni figura adulta presente nella vita degli adolescenti può essere un educatore. Se può esserlo allora deve impegnarsi a diventarlo il prima possibile per far fronte e saper rispondere alle esigenze dei ragazzi.
Ipotizzando un caso di adescamento di minori nel quale una ragazzi di 12 anni viene presa di mira, proviamo ad offrire soluzioni affinché la vittima possa essere confortata ed aiutata nel processo post trauma e i coetanei possano avere strumenti per riconoscere e affrontare questa minaccia. In primo luogo ritengo che sia necessario informare i genitori di questa minaccia affinché l’accesso a siti di incontri e social network sia controllato e supervisionato. Tenendo conto del fatto che i più grandi rivelatori della nostra privacy siamo noi stessi, insegneremo ai ragazzi i rischi della condivisione facile. Una volta offerti corsi di informazione sia per i ragazzi sia per i genitori dovremo spingere tutti a riflettere su quello che facciamo. Il mondo della rete è un luogo ricco che può offrire senza dubbio qualcosa di utile ma che è altrettanto pericoloso. Occorre dunque imparare a riconoscere i rischi della rete per poi essere in grado di creare da questo strumento qualcosa di buono.

Conclusioni

In un contesto storico culturale che viaggia sempre di più a velocità della rete non possiamo permetterci di ignorare o peggio essere ignoranti su tutte le novità che questo mondo ha introdotto. Non è vero che esistono solo educatori professionali o insegnanti o psicologi. Tutti devono farsi carico della responsabilità di educare e rendersi conto che urge diventare educatori, ognuno a suo modo possiamo tutti contribuire a limitare i danni che la rete può fare negli adolescenti.