Introduzione

Food porn è l’espressione comunemente utilizzata per indicare la pratica di chi fotografa il cibo che sta per mangiare o che ha cucinato e condivide poi l’immagine sui social network.

Aspetto storico/sociologico

L’origine del concetto “food porn” è attribuita da alcuni a Ronald Barthes che lo definì «ciò che offre fantasie a coloro che non possono permettersi di cucinare certi pasti», mentre l’uso recente del termine pare ricondursi a Michael Jacobson che lo ha utilizzato in contrapposizione al concetto di sana alimentazione, dove Food porn viene considerato «un cibo così clamorosamente fuori dai limiti di ciò che un alimento dovrebbe essere, da meritare di essere considerato pornografico, che quindi evoca quell’idea di irraggiungibile che, come nella pornografia, stimola fantasie ed immaginari».

Secondo altri invece, il termine Food porn si è invece diffuso a partire dal 1984, dopo che la scrittrice Rosalind Coward lo ha utilizzato in uno dei suoi libri per parlare dello spostamento dal concetto di cibo come dono al cibo come piacere estetico. Secondo la scrittrice l’immagine del cibo (presentazione ed estetica del piatto) verrebbe progressivamente ad assumere maggiore importanza di chi (e come) lo ha cucinato.

Il fenomeno food porn negli ultimi anni si è diffuso molto e in modo così rilevante che digitando l’espressione sui vari social ad oggi, ci appaiono tantissimi risultati:

  • 161.200.000 post su Instagram (#foodporn)
  • 67.400.000 risultati su Google
  • Una voce Wikipedia
  • Una pagina Facebook con 2.100.000 “like”.

Aspetto psicologico/patologico

Il food porn ha soprattutto a che fare con la diffusione di discorsi intorno al cibo, ma come tutti sanno, più si sta a dieta e più si pensa al cibo.

Negli ultimi anni la televisione presenta una ridondanza di trasmissioni di cucina, di ricette e di gare culinarie, ma anche di reality che si occupano della gestione del corpo, quindi di dieta. Nell’attuale produzione televisiva, quindi, da un lato aumenta la costruzione di desiderio e di fantasie di consumo intorno al cibo, dall’altro continua a reiterarsi un discorso normativo sulla gestione del sé attraverso il controllo del corpo.

La persona che soffre di ED ha un rapporto con il cibo che è assolutamente pornografico, si nutre del piacere visuale ed estetico di cibi che non mangerà mai. Ha un’ossessione verso il cibo, colleziona ricette e conosce ogni questione nutrizionale (comportamenti che svilupperebbe chiunque dopo un periodo di restrizione dietetica, come dimostrato dall’esperimento Minnesota Study).

Aspetto educativo

Nella società odierna come spiegano diversi autori, l’anoressia oggi è penetrata a fondo nell’attuale cultura, a livello tale da potersi definire “metafora di un’epoca” e se il corpo esile, anoressico, rappresenta il corpo docile, controllato e autodisciplinato per eccellenza da tutte le tentazioni che ci circondano, non stupisce che sia diventato un modello ideale.

Kati Morton, esperta di ED, introduce il concetto di ED Porn (ovvero le trasmissioni che hanno a che fare con le diete e dimagrimento, e spiega come le persone che soffrono di ED passano molto tempo a seguire trasmissioni di food porn e ED Porn, perché in maniera diseducativa esse alimentano il disturbo con una funzione di stimolo e rinforzo.

Conclusioni

Il cibo è uno degli elementi simbolici più significativi per una lettura di tipo culturale della società e la condivisione del cibo, infatti, introduce le persone nella medesima comunità. Non è perciò un caso che si siano moltiplicate le trasmissioni riguardanti il cibo e le conseguenze che da queste ne derivano.