Introduzione

Oggi giorno chiunque sul proprio Smartphone ha l’applicazione WhatsApp, e sicuramente fa parte di almeno un gruppo WhatsApp.

I gruppi WhatsApp, sono gruppi virtuali di persone, che hanno a disposizione un’unica chat la quale permette di comunicare simultaneamente con tutti i membri del gruppo.

Per creare un gruppo WhatsApp è necessario selezionare dalla rubrica i membri del gruppo (con un massimo di 256 membri) o è possibile invitarle anche con un link, inserire il nome del gruppo e generarlo con un touch.
Il creatore (colui che crea il gruppo) non potrà essere cacciato dal gruppo e potrà abbandonarlo secondo la propria volontà, può aggiungere e rimuovere utenti dalla chat e può nominare e rimuovere altri amministratori dalla chat.
Tra altre funzionalità che il gruppo ha a disposizione, vi sono per esempio la possibilità di silenziare le notifiche, sapere alcune informazioni sul messaggio inviato (ad esempio se tutti i membri del gruppo lo hanno ricevuto e letto), è possibile cercare un partecipante all’interno del gruppo, menzionare un utente, fare chiamate, video, eliminare messaggi e abbandonare il gruppo.

Aspetto storico/sociologico

WhatsApp, è stato creato nel 2009 da Jan Koum e Brian Acton.
Il nome fu la fusione tra due parole inglesi “What’s up?” che sta a significare “Come va?” e “App” che sta per “applicazione”.
In poco tempo WhatsApp divenne un vero e proprio fenomeno di massa. Inizialmente per poter favorire lo sviluppo di WhatsApp e per poter utilizzare l’applicazione venne introdotta una piccola tassa annuale, che di seguito venne poi rimossa. Nel febbraio del 2014, WhatsApp, venne acquistata da Mark Zuckerberg, padre fondatore di Facebook.

Aspetto psicologico/patologico

I gruppi WhatsApp, costituiscono una vera e propria rete sociale in quanto permettono di interagire e relazionarsi con gli altri, sebbene per mezzo di un cellulare.
Il gruppo è sicuramente comodo. Permette di condividere, partecipare e ricevere aggiornamenti in tempo reale e talvolta fare anche nuove conoscenze.
Possono essere individuati alcuni tipi di gruppi WhatsApp2, come per esempio:
 Gruppi funzionali, che nascono per uno scopo preciso e hanno una breve durata (come i gruppi per organizzare serate, cene, weekend, viaggi, compleanni ecc.);
 Gruppi strutturali, sanciscono e rispettano la struttura sociale delle relazioni (famiglia, amici, colleghi, compagni di calcio, pallavolo, teatro gruppo classe o genitori ecc…) sono organizzati in un alveare illimitato di umanità.
 Gruppi copia, cioè gruppi uguali a quelli già esistenti, differiscono per la presenza o assenza di specifici individui;
Anche all’interno del gruppo virtuale, come in quelli reali, i membri possono ricoprire alcuni ruoli, cosa non scontata all’interno dei gruppi WhatsApp. Ci sono solo due figure, come il creatore e l’amministratore, che se pur possono godere di determinati privilegi non è detto che lo siano a tutti gli effetti, cioè non è detto che esercitino il ruolo di Leader, mediatore o creativo all’interno della conversazione.
All’interno dei gruppi virtuali, può non esserci un “regolamento” un “vademecum di gruppo” e nel caso questo ci fosse, non è detto che venga rispettato.
Non essendoci nessuno che media all’interno del gruppo, la comunicazione può risultare intricata e talvolta far nascere delle dissidie. Ogni membro del gruppo, può postare e dire la propria. I gruppi “costringono” a convivere anche con le persone che risultano non essere alla nostra portata. In questo caso, o si decide di abbandonare, o di eliminare la persona o di rimanere adattandosi oppure rimanere ma cercando di comportarsi da esseri umani, che nonostante il dispositivo e la comunicazione virtuale tentano di risolvere il conflitto o di abbassare le difese per raggiungerlo e condividerne l’esperienza.

Aspetto educativo

Anche i gruppi WhatsApp, possono presentare alcuni effetti nocivi. Diverse sono le storie di bullismo, disagi e devianza. Esclusione , marginalità, prese in giro, ricatti…sono alcune delle dinamiche di bullismo che si manifestano all’interno dei gruppi WhatsApp, soprattutto tra i ragazzini e ragazzine pre – adolescenti e adolescenti.

Di recente, sono emersi i gruppi WhatsApp Pro-Ana, ovvero pro-anoressia, come dei veri e propri rifugi virtuali, alla ricerca di condivisione, di sostegno, di metodi e consigli su come perdere drasticamente peso e arrivare alla magrezza estrema, quale l’anoressia. Per entrare a far parte di un gruppo Pro-Ana è sufficiente superare un test rispondendo a quesiti come “Quanto pesi?”, “Quanta attività fisica svolgi?” e una volta diventati membri del gruppo, ragazzi e ragazze devono rispettare i “10 comandamenti Pro-Ana” che se non vengono seguiti, li condurranno a divenire grassi.

È doveroso pensare a interventi educativi efficaci tali da superare questo tipo di disumanizzazione e di rischio mortale. C’è la necessità di creare una rete di umanizzazione forte e potente che possa fermare ogni forma di bullismo e disagio legato ad esso.

Conclusioni

Come educatori, è doveroso farsi carico dei bisogni e delle esigenze dell’educando. Risulta fondamentale conoscere il suo mondo, le sue relazioni, i social a cui aderisce. È bene che educatore ed educando, insieme esplorino i rischi e le sicurezze che plasmano il social. È importante inoltre, che l’educatore, possa orientare fino a rendere l’educando capace di discernere tra bene e male, non solo nelle scelte di vita, ma anche negli atteggiamenti e nell’utilizzo del web e dei social. Solo in questo modo, è possibile costruire un mondo reale e virtuale degno di essere abitato.