I NATIVI DIGITALI: GENERAZIONI A CONFRONTO

Introduzione

Con “nativi digitali” si indica la generazione di chi è nato in corrispondenza con la diffusione delle nuove tecnologie informatiche; si tratta di bambini e ragazzi che non hanno difficoltà ad apprendere il funzionamento dei dispositivi tecnologici perché sono nati e cresciuti nella cosiddetta “era digitale”.

L’espressione “Nativi digitali” è stata coniata per la prima volta dal newyorkese Marc Prensky, studioso dei problemi educativi, nel 2001; egli ha inoltre introdotto la dicitura “immigrati digitali”, che si riferisce a quelle persone che, quando le nuove tecnologie si sono diffuse, erano già adulte e quindi hanno avuto maggiore difficoltà, o addirittura non riescono, a impadronirsi della conoscenza e dell’uso di questi nuovi mezzi.

Aspetto storico/sociologico

Il passaggio all’”era digitale” si è verificato a partire dalla seconda metà degli anni ’80, quando si cominciarono a diffondere i primi computer a interfaccia grafica e le prime console. È diventato poi definitivo nei primi anni 2000, quando i computer, internet e soprattutto le console si cominciarono a diffondere nelle case di molte famiglie. L’ultima fase del passaggio si è verificato negli ultimi anni, con la diffusione degli smartphone e dei social network.

Si è passati dall’”era Gutemberg”, in cui la carta stampata rappresentava lo strumento più avanzato di comunicazione, all’”era di internet”, nella quale le informazioni, la cultura, il sapere e non solo, sono accessibili a tutti direttamente dal proprio smartphone.

C’è un’enorme differenza tra chi appartiene alle generazioni precedenti e chi appartiene all’”era internet: le nuove tecnologie hanno profondamente cambiato nei nativi digitali il modo di comunicare, di imparare, di pensare e rappresentare se stessi.

Aspetto psicologico/patologico

“…il mondo della rete è un pazzesco cocktail dove le cose belle e brutte della vita reale vengono rese disponibili e usufruibili da chiunque, in qualsiasi ora e a qualsiasi latitudine. Una fusione di bontà e di perversione. Nulla separa bene e male, dolcezza e cattiveria, informazione e disinformazione…”.

Questo breve estratto, tratto dal libro di Roberto Morello, Nativi digitali. Istruzione per l’(ab)uso, illustra in modo chiaro la principale problematica della rete: i bambini e gli adolescenti in particolare, si possono imbattere in fenomeni dannosi per la loro persona e per il loro percorso di crescita, come il cyberbullismo, la cyberpedofilia o la pornografia, o possono addirittura esserne gli attori. Tutto ciò si amplifica se i ragazzi vengono lasciati soli mentre navigano in Internet, senza nessun tipo di istruzione da parte dei genitori sugli eventuali rischi in cui possono incorrere. Il problema, molto spesso, è che gli stessi genitori non sono in grado di educare i propri ragazzi al mondo della rete perché ancora inesperti e inconsapevoli.

Un altro problema è che per molti ragazzi vi è uno sdoppiamento della personalità, una confusione tra il mondo virtuale e quello reale; questo incide notevolmente sulla formazione dell’identità, sui processi di socializzazione e sulla relazione con se stessi e agli altri.

Aspetto educativo

Siamo di fronte ad una sfida educativa di notevole importanza e difficoltà. Per poter rispondere a questa esigenza, è necessario che prima di tutto si intensifichi l’educazione ai dispositivi digitali all’interno della famiglia; i genitori devono essere educati per poter educare, imparare e insegnare ai propri figli l’uso corretto della tecnologia e il giusto approccio ad essa.

È importante riconoscere le opportunità della rete ma anche educare ad un uso consapevole dei dispositivi digitali, a riconoscere i segnali di pericolo, a non raccontare e condividere la propria vita privata, trasmettendo loro il valore della privacy e della dignità. È necessario, quindi, insegnare loro ad avere rispetto per se stessi e per gli altri anche in rete, perché le azioni commesse su internet possono avere risvolti e conseguenze negative nella vita reale di ciascuno.

Infine, l’educazione alle nuove tecnologie dovrebbe investire anche le istituzioni scolastiche, in quando anch’esse hanno il dovere di educare anche al mondo virtuale.

Conclusioni

In conclusione, è necessario acquisire la consapevolezza che il progresso tecnologico è inarrestabile e che non è possibile tornare indietro; perciò dobbiamo affrontare le sfide del nostro tempo soprattutto per garantire una crescita sana e positiva alle nuove generazioni, in modo che possano riconoscersi in questo mondo in cambiamento, trovando il loro posto, senza sentirsi spaesati o travolti dagli innumerevoli stimoli e possibilità che incontrano ogni giorno.