Introduzione

Essere pagati per mangiare? Questa è una delle nuove mode che sta girando nel mondo del web. Consiste, in poche parole, in una trasmissione audiovisiva in cui un ospite si riprende mentre mangia. Gli alimenti che vanno dalla pizza ai noodles vengono consumati davanti a una telecamera per un pubblico su Internet (chi paga o meno, a seconda della piattaforma che si sta guardando). Nel frattempo, il mukbanger interagisce con il proprio pubblico tramite una chat. Il pubblico può fare anche delle donazioni chiedendogli di aggiungere piatti o di mangiare più rumorosamente.

Aspetto storico/sociologico

Il mukbang è nato in Corea del sud nel 2009, ed è diventato popolare, più o meno nel 2010. Il termine deriva dall’unione di due parole coreane: muk-ja, che significa mangiare, e bang-song, che vuol dire broadcasting.

Alcuni esperti spiegano che l’origine di questo fenomeno deriva sia dal senso di solitudine che provano le persone non sposate o separate nel mangiare da soli, sia dalla cultura coreana che ritiene la pratica del mangiare insieme una cosa importante.

La prima piattaforma che ha ospitato questi video è stata AfreecaTV che permette gli streaming di live-eating. Successivamente i mukbang si fecero strada sui canali ASMR, dove i protagonisti del video utilizzano un microfono vicino che enfatizza i rumori miagolanti e masticatori. Ora sono passati anche sulla piattaforma di YouTube. Qui i creatori di contenuti mainstream hanno dato una svolta al concetto quasi vecchio di decenni con un editing più veloce e più vivace. Infatti adesso, anche in Italia vengono fatti questi video, non in diretta, dove gli YouTubers pranzano o cenano davanti la telecamera e ne approfittano per parlare di alcuni argomenti, sia personali che riguardanti il canale.

Il mukbang ha quindi acquisito interesse internazionale. La famosa serie YouTube, Youtubers React, ha mostrato varie star di YouTube che reagivano alla tendenza sudcoreana e si concluse con il loro mini show di mukbang.

La più grande mukbager sudcoreana è Park Seo-yeon, conosciuta con il nome di The Diva, la quale ha guadagnato, nel 2014, circa 9.300 $ al mese dalle donazioni dei fan e degli spettatori. I suoi video  si possono trovare su AfreecaTV  e su YouTube.

Aspetto psicologico/patologico

Il senso del cibo viene definito anche dal contesto nel quale si consuma e dal rapporto che abbiamo con gli altri “commensali”. Mangiare insieme è un segno di appartenenza oltre ad essere uno strumento di solidarietà. Molti studiosi affermano che per i coreani il mangiare è un’attività estremamente sociale e la stessa parola “famiglia” significa “quelli che mangiano insieme”. Il mukbang sembra abbattere le barriere spaziali e sociali, ma senza creare nessuna forma di integrazione. Potremmo pensare infine che i mukbang si situano in quella striscia sottile tra la partecipazione e l’isolamento in quanto i protagonisti di questi video interagiscono con i fan attraverso i commenti (se si parla di live), ma, allo stesso tempo, fisicamente parlando, sono soli.

In più, la maggior parte dei telespettatori dice di essere a dieta, e che veder mangiare immense quantità di cibo fa diminuire il senso di fame. In questo modo, poi loro mangeranno di meno.

Aspetto educativo

Questa tipologia di video in realtà, dal punto di vista educativo, non ha molto, soprattutto se guardiamo le coreane. Loro infatti ingurgitano grandi quantità di cibo, cosa che non fa per niente bene. Mentre, se prendiamo in considerazione i mukbang fatti da italiani, possiamo trovarne alcuni dove le quantità di cibo sono ridotte e, come viene detto dalla ragazza del video nel secondo link qui sotto, viene spiegato che bisogna stare attenti a non mangiare spesso quel tipo di cibo perché fa male. Quindi alcuni video, dal punto di vista alimentare sono diseducativi, altri no.

Conclusioni

I mukbang vengono fatti e visti soprattutto da persone sole, che mangiano, e quindi questi possono farsi “compagnia”. Noi educatori potremmo promuovere di più iniziative di pranzi e cene comunitarie in modo che chi è a casa a mangiare da solo può trovare delle persone in carne ed ossa con cui parlare, senza limitarsi a guardare uno schermo.