Richiesta d’amicizia su Facebook: conferma o elimina?

Introduzione

In un mondo popolato da nativi digitali, sempre più avanzato e tecnologico in cui si sta assistendo a una diffusione dei social network che non accenna ad arrestarsi ma che anzi aumenta sconvolgendo e trasformando i rapporti umani, come è possibile intervenire per creare nuovi legami ? Come educare all’ incontro con l’alterità quando Facebook riduce l’ amicizia a un contatto e non più a un vero legame? Queste sono le domande che mi hanno accompagnato nello svolgere il lavoro e mi hanno spinto a riflettere su questo argomento cercando un’ ipotetica risposta a ciò che oggi è diventata una delle più grandi sfide dell’educatore: trasformare questa rivoluzione del web in una risorsa in ambito educativo.

Aspetto storico/sociologico

Facebook è un social network che nasce nel 2004 negli Stati Uniti ad opera di Mark Zuckerberg, un’intraprendente studente americano dell’università di Harvard. Oltre ad offrire strumenti di promozione aziendale efficaci alle attività commerciali per aumentare la loro notorietà, Facebook è un moderno esempio di campagna elettorale condotta con l’ausilio delle tecnologie informatiche e un luogo virtuale dove poter fare amicizia . Ad oggi questa piazza virtuale conta circa 2 miliardi di utenti, un giro di affari di 6,43 miliardi di dollari e registra più di un miliardo di utenti attivi mensili. Tra di essi, anche se in diminuzione, molti giovani under 20 utilizzano questo social per pubblicare aggiornamenti sulla loro vita privata e per stabilire sempre più contatti anche con persone estranee. L’uso di fb è molto semplice, pratico e veloce: per aggiungere un amico basta digitare sulla barra di ricerca posta nella parte superiore del social il suo nome e inviare la richiesta di amicizia cliccando su aggiungi agli amici accanto alla sua immagine profilo. Questo social, sulla base delle informazioni che ricava dal profilo: amici, esperienze, luoghi, hobby, sport, film…. ,seleziona per ogni account una lista di persone che il soggetto può conoscere(“amicizie consigliate”) per affinità: esperienze, amici, luoghi comuni. Le richieste d’amicizia possono essere inviate a chiunque: sia a conoscenti (amici, famigliari, compagni,..) che a persone sconosciute (personaggi pubblici: giornalisti, politici, calciatori, attrici…). Inoltre, questo social permette di avere massima libertà: nel tempo, in quanto una richiesta d’amicizia può rimanere in sospeso per diversi mesi se non anche per anni ,ma anche nella gestione delle amicizie : è possibile infatti modificare, sospendere o annullare le richieste d’amicizia ricevute o, al contrario, rimuovere richieste inviate per errore o per distrazione. L’unico limite che viene imposto in questo servizio consiste nell’ avere fino a un massimo di 5000 amici, motivo per cui ,spesso al posto di chiedere l’amicizia a persone che non si conosce realmente, è consigliato seguirli mettendo “mi piace” alla loro pagina.

Aspetto psicologico/patologico

L’amicizia è un fattore indispensabile per l’individuo non solo per una buona salute psicofisica, ma anche perché essa costituisce l’identità del soggetto e del suo senso del sé. Nel 2004 Facebook, costruendo la socialità attorno a questo termine, ha alterato sia le pratiche legate all’idea di amicizia che al ruolo stesso dell’ amico nella società contemporanea. L’amicizia in senso classico si fondava sulla creazioni di reazioni intime basate sula comprensione e sulla fiducia, presupponeva una vicinanza, aveva bisogno di tempo per essere consolidata. In fb la comprensione , la fiducia reciproca, la vicinanza e la necessità di tempo per consolidarsi non sono elementi necessari per l’ amicizia. Quest’ultima è un nuovo stare insieme, un contatto mediato da un canale digitale che presenta diversi tratti: lontananza, illusione di trasparenza e di sincerità delle informazioni. Il concetto di amicizia si sta così trasformando da una relazione a una sensazione, da qualcosa che le persone condividono a qualcosa che ognuno abbraccia per conto proprio in isolamento. Il numero di amici non è insignificante anzi, esso diventa elemento tra gli altri per l’espressione del sé , è quindi rappresentativo di una realtà iperonima rispetto all’amicizia fuori dalla rete che la include ma che, di fatto, la rappresenta in minima parte. Gli “amici” di Facebook sono perlopiù terre promesse in procinto di essere visitate , persone virtuali con le quali si viene a formare un’intimità digitale cioè un desiderio di condividere un contenuto in maniera stabile. La richiesta di amicizia quindi si configura come un’ offerta, una richiesta di interazione , di legami, deboli o forti, in cui si annida valore. Così come afferma l’autorevole psicologo Claudio Widmann, questa comunicazione online sta portando come conseguenza la riduzione del tempo con le relazioni interpersonali vere e proprie e la costruzione di rapporti umani sempre più fragili e instabili in cui i semplici contatti si stanno trasformando in amici. Il problema nasce nel momento in cui si fa coincidere la realtà virtuale con quella fisica poiché la nuova idea di amicizia va a riorganizzare lo spazio di significati occupati dalla vecchia idea. Nella dimensione reale recuperare relazioni è una pratica contaminata da presupposti culturali che ha delle ricadute nei movimenti del corpo nello spazio ( ad esempio se si riceve una chiamata si può decidere di rispondere o meno e quindi abbandonare o meno l’attività che si sta facendo). Su fb invece il mittente si trova già in uno spazio e in condizioni favorevoli per ricevere il messaggio: può scegliere senza difficoltà di ignorare un messaggio, di cancellarlo, di prendersi del tempo o di rispondere subito. Lo spazio di fb è quindi odologico cioè è uno spazio mentale fatto di informazioni che implica una temporalità soggettiva nello svolgimento delle azioni; è il soggetto che sceglie se e per quanto eseguirle. Il legame virtuale presenta dunque un aspetto interessante ovvero la facilità con cui questo scambio fa accedere a tutte le informazioni dell’identità dell’altra persona e a un unico spazio in cui tutto è condiviso.

Aspetto educativo

L’ educatore di fronte a queste grandi trasformazioni dev’essere anzitutto consapevole e attento alle reti di relazioni che si vengono a formare: accorto della vita delle persone che vivono nelle reti, della sua relazione con le persone e del contesto nel quale si trova ad operare. Egli per educare deve far maturare nei ragazzi il concetto identità (che tipo di persona vogliono essere e chi sono realmente) e fargli sviluppare competenze sociali e relazionali che gli permettano di affrontare le esigenze della vita quotidiana rapportandosi con fiducia a se stessi , agli altri e alla comunità. Un educatore riflessivo è in grado di inaugurare nuovi stili di vita digitali sviluppando nel ragazzo il concetto di limite ( nelle richieste di amicizia) e di autolimitazione, cioè di padronanza del desiderio di controllo. La funzione dell’educatore dovrebbe essere quella di precisare i limiti della risorsa senza negare l’accesso ma identificando i punti soddisfatti e non soddisfatti di un’idea di relazione e legame. Educare a riscoprire la bellezza dell’alterità nelle relazioni e nelle amicizie, nell’incontro con il volto fisico e non con il profilo dell’altro, porta a vivere faccia a faccia le relazioni fino al conflitto e allo scontro.

Conclusioni

Compito dell’educatore è quello di presentarsi come un rigeneratore di legami in un’epoca in cui la relazione virtuale permette con grande facilità di accedere a tutte le informazioni dell’identità dell’altra persona e di collocare nuovi conoscenti o amici in un unico spazio dove viene a mancare il concetto di privacy. Educare all’alterità significa far riscoprire la bellezza delle relazioni, delle amicizie, dell’incontro con il volto fisico dell’altro che porta a vivere le relazioni fino al conflitto e allo scontro.