Introduzione
L’ingresso di Internet e lo sviluppo tecnologico hanno rivoluzionato e cambiato profondamente le nostre vite, sia nel mondo della scuola, del lavoro, nella vita domestica sia nel mantenere le relazioni sociali. La nostra vita sembra impensabile senza la tecnologia. Internet rappresenta una possibilità di sviluppo e di apprendimento per i giovani: una fonte di occupazione e crescita professionale nonché un nuovo modo di comunicare. La vita delle persone, nate a diretto contatto con questi apparecchi, è cambiata velocemente rispetto alle generazioni precedenti. Come ogni altra innovazione tecnologica, Internet consente, sotto molti aspetti, un miglioramento nella vita delle persone, ma allo stesso tempo rappresenta anche un pericolo per chi non lo sa usufruire in maniera adeguata. La connessione costante alla rete e l’abitudine di condividere online qualsiasi cosa della propria vita comporta alcuni rischi: è stato riscontrato che l’uso eccessivo di Internet può indurre ad una vera e propria dipendenza patologica, che viene chiamata IAD – Internet Addiction Discorder, con la perdita della capacità di controllo sui propri comportamenti e sulle proprie emozioni.
Aspetto storico/sociologico
La dipendenza da Internet è iniziata nei primi anni 90, dopo l’esplosione del Word Wild Web. Le ricerche hanno fornito le prove cliniche che la dipendenza da Internet si sta diffondendo velocemente e che è in grado di rovinare la vita delle persone. Negli ultimi anni, molteplici nomi si riferiscono all’Internet Addiction Disorder, come le espressioni di Net-Addiction, Internet Addiction etc. Il primo a parlare di IAD fu lo psichiatra Ivan Goldberg che nel 1995 propose all’American Psychiatric Association di annoverare all’interno del Manuale diagnostico e statistico dei Disturbi mentali (DSM), alcuni criteri diagnostici, partendo da quelli già visti in precedenza e usati per rilevare fenomeni di dipendenza patologica, al fine d’individuare i soggetti affetti dal nuovo disturbo, definito dallo stesso psichiatra come un uso mal adattivo di Internet che conduce a menomazione.
Aspetto psicologico/patologico
Alcuni principali segnali che caratterizzano l’uso patologico di Internet sono:
forte riduzione di interesse per altre attività che non siano internet;
bisogno di accedere a chat e social network sempre più frequentemente;
trascorrere sempre più tempo su Internet per ottenere soddisfazione;
controllo compulsivo dei propri profili e condivisione compulsiva di foto, selfie e post;
disturbi dell’alimentazione o del sonno;
isolamento e/o paura della socializzazione reale;
sviluppo, in assenza di connessione alla rete, di agitazione psicomotoria, ansia, depressione, pensieri ossessivi su cosa accade online e altri sintomi tipici dell’astinenza;
impossibilità di interrompere o tenere sotto controllo l’uso di Internet.
Aspetto educativo
Per uscire dal circuito della dipendenza da Internet, è necessario rinforzare le proprie strutture interne: in questo caso spesso riguardano l’autostima, e sostituire alle vecchie strategie che creano la dipendenza, delle nuove più funzionali. È importante, ad esempio, regolare il tempo che si passa su Internet, limitarne l’uso e confinarlo in momenti precisi della giornata, oppure dedicarsi ad esso solo dopo aver svolto compiti necessari. Utile è cominciare a impegnarsi in attività alternative che possano fornire delle soluzioni sane alle sensazioni di noia e solitudine (attività sportive o hobbies di vario genere). Ricorrere poi all’aiuto di una terapia o gruppi di sostegno, soprattutto nei casi più gravi.
Conclusioni
In conclusione, è importante educare le nuove generazioni all’uso consapevole del web in quanto la società fa sempre più uso della tecnologia. I giovani di adesso sono particolarmente permeabili a questo tipo di apprendimento e dimostrano sempre maggiore affinità con questo strumento web, a volte rischiando di confondere il virtuale con il reale. È importante fargli capire che Internet deve essere usato con consapevolezza per poter avere un positivo impatto nella vita, nello studio, nel lavoro e nelle relazioni. Quindi bisogna fargli capire come utilizzare questi strumenti in modo responsabile, evitando eccessi o usi impropri.