Introduzione

Uno degli hashtag più diffusi e utilizzati è certamente #TBT, ma che cosa significa?

Originariamente il suo significato era “Throwback Thursday”, letteralmente “giovedì del ritorno al passato”; lo scopo era quello di pubblicare foto nostalgiche o che richiamavano a dei ricordi unicamente il giovedì. Ora invece ha assunto il significato di “Throwback To…” ovvero “ritorno al passato a…” così da poter essere utilizzato ogni qualvolta si voglia rievocare un ricordo bello dal passato.

Aspetto storico/sociologico

Sports Illustrated attribuisce l’origine del termine ad un blog specializzato in sneakers, chiamato “Nice Kicks”, nel 2006 questo blog iniziò a postare con cadenza regolare, ogni  giovedì, foto di vecchie calzature, intitolando la serie “Throwback Thursday”. La fama del motto si è diffusa al punto che #TBT è stato usato su Instagram oltre 200 milioni di volte. Anche se questa tendenza ha avuto origine al di fuori dei social media, ha ottenuto la sua popolarità solo una volta che le applicazioni più importanti, come Instagram, iniziarono a dare ampio spazio al suo utilizzo e alla sua diffusione.

Aspetto psicologico/patologico

Ciò che più incuriosisce è il dilagare di questa moda: tutti devono farlo “perché lo fanno tutti” è questa la tipica risposta che viene rivolta dal giovane a chi ha chiesto perché pubblichi i suoi ricordi, che hanno valore immenso per lui, ma molto probabilmente nessuna in chi si imbatterà in tale immagine. È la voglia di apparire, di sapere che gli altri ci notano e che non siamo anonimi, abbiamo bisogno di conferme dagli altri per sapere che valiamo, perché null’altro al giorno d’oggi ci fa valere quando il numero di follower che abbiamo… o almeno questo è ciò che ci vogliono far credere.

Aspetto educativo

Non vi è nulla di male nel condividere i propri ricordi su un social network, purché si sia consapevoli che si sta rendendo di dominio pubblico parti personali della propria vita, dati privati che fanno parte di noi e non appartengono a nessun altro. L’educatore ha il compito di sensibilizzare alla cura e alla protezione di queste informazioni, oltre che a proporre un modo diverso di approcciarsi ai social, dove al centro c’è la singolarità della persona, meravigliosa proprio perché unica e inimitabile, evitando così il fenomeno del “gregge”, dove l’individuo, pur di non rimanere escluso dalla società, si adegua alle mode del momento; si evita così di esporsi ad una scelta e preferisce prendere la decisione che hanno fatto in molti.

Conclusioni

Questo fenomeno è ancora in espansione, insieme al numero di persone che utilizzano l’hashtag #tbt, osservando così ragazzi sempre più desiderosi di omologarsi al mondo dei loro coetanei e sempre più affannati per differenziarsi da quello degli adulti, ecco anche perché possiamo osservare enormi differenze nei loro comportamenti a seconda degli ambienti che frequentano. Indossano molte maschere, ma tutte queste nascondono un volto desideroso solo di essere riconosciuto ed amati per ciò che è.

È fondamentale quindi iniziare a comprendere il linguaggio degli adolescenti per così aiutarli ad addentrarsi nel mondo reale, dimostrando che un punto d’incontro tra il mondo digitale e quello reale è possibile!