INTRODUZIONE

I romani lo chiamavano “Memento mori”: “Ricordati che devi morire”. Oggi esiste un’app che svolge la stessa funzione di quel monito dell’antichità. Si chiama WeCroak. Letteralmente significa “Crepiamo!”. E’ un applicazione a pagamento -soli 0,99 €- che ha ottenuto un incredibile successo: è una delle più popolari su Apple Store, presente per ora solo in inglese. Consiste nell’invio di 5 promemoria contenenti citazioni famose che ricordano all’utente che prima o poi deve morire.

ASPETTO STORICO/SOCIOLOGICO

L’app è un prodotto della Silicon Valley approvata nell’App Store di Apple il 26 luglio 2017. I suoi cofondatori sono lo sviluppatore di app, Ian Thomas, e la pubblicitaria, Hansa Bergwall. I due ideatori si sono ispirati al Buthan, regno buddista sull’Himalaya, che -oltre che per le ricchezze naturali- è conosciuto per la FIL: tasso di felicità interna lorda. Il loro segreto della felicità è pensare alla morte almeno 5 volte al giorno. Questo perché la morte è una condizione umana, fa parte della vita, che ci piaccia o no, e ignorare questa verità essenziale può avere gravi ripercussioni psicologiche.

ASPETTO PSICOLOGICO/PATOLOGICO

Gli ideatori hanno voluto compiere due scelte fondamentali per poter distinguere WeCrok da qualsiasi altra app che si ispirasse alla tradizione orientale, diventata ormai moda. La prima scelta, legata al tentativo di contrastare l’eccessiva, dilagante e inarrestabile dipendenza da smartphone, è stata quella di creare un’app “nuda e cruda”: non ha feed, nessuna opzione per sfogliare messaggi precedenti, nessuna informazione in più sulle frasi celebri inviate. Si registra a tal proposito che il tempo medio totale speso su WeCroak ogni giorno è di soli 36 secondi, a differenza invece di tante altre app che hanno come obiettivo quello di tener incollata l’utenza il più tempo possibile. La seconda scelta invece è legata alla casualità con cui vengono inviati i messaggi: arrivano sul dispositivo mobile a orari casuali, ma non prima delle sette del mattino né oltre le dieci di sera. Il motivo? Ricordare che la morte arriva quando non la si aspetta. Ecco allora che WeCrok non permette di procrastinare la meditazione personale.

ASPETTO EDUCATIVO

Lo scopo è sia quello di sensibilizzare le persone a riappropriarsi della realtà allontanandosi -o meglio, disintossicandosi- dalla tecnologia, sia di orientarle a godersi la vita e ad essere grati per ogni singola cosa. Potrebbe dunque apparire inizialmente macabra come idea, in realtà il suo scopo è quello di far riflettere sulla bellezza della vita. “Sei costretto a prenderti un momento per pensare, per respirare a pieni polmoni o meditare sulle notifiche che ti manda WeCroak” si legge sul sito ufficiale dell’app.

CONCLUSIONI

Il fine degli ideatori è quello di far sentire grati gli utilizzatori dell’app di tutto ciò che hanno e di rendere tangibile sia l’importanza e il valore del tempo, sia la sua fugacità. Inevitabilmente il pensiero va al film “L’attimo fuggente”, dove John Keating, interpretato da Robin Williams, sprona i suoi ragazzi a vivere appieno la loro vita: «Carpe Diem. Cogliete l’attimo, ragazzi. Rendete straordinarie le vostre vite. »
Ora il punto non è tanto se contemplare la morte può portare alla felicità, come sostengono i produttori di WeCroak, quanto invece questo: abbiamo davvero bisogno che un’app ci ricordi quanto la vita sia preziosa?